Ormai mancava poco meno di una settimana all'esame della cucina reale.
Paiolo cercava di accompagnare un intingolo al perfetto pollo fritto ma tutto quello che gli venivano fuori erano creme.
Clara non le trovava male, anzi, incontravano proprio tanto il suo gusto ma forse non erano appropriate a quello del Principe Alfredo che era un uom di guerra e un uom di mondo.
"Non capisco... vorrei qualcosa di fruttato ma mi ritrovo sempre a romper uova alla fine... dove sono finite le mie idee?"
"Prugne, ci vorrebbero delle prugne!" Annuiva Clara.
"Ma a te... va di assaggiare delle prugne?" Le chiedeva sospirando.
"In effetti..." Storceva il muso lei.
"Ecco nemmeno io mi sento dell'umore..."
"Forse dovremmo caramellarle in qualche modo."
"Una prugna è sempre una prugna." Tagliò corto lui. "Oh beh, sediamoci a parlarne davanti a una zuppa!" Le porse un piatto.
Clara lo assaggiò, era delizioso ma...
"Paiolo, anche questo è dolce..."
Il cuoco scosse il capo.
"Vai a casa, Clara... domani... a mente fresca... magari..."
Lei non rispose, si limitò a prendere il suo cappotto e a lasciarlo solo coi suoi pensieri.
Certo era che se quelle strane donnine continuavano a fare il tragitto inverso al suo ogni sera "solo coi suoi pensieri" il caro Paiolo sarebbe rimasto ben poco.
E se fosse stata quella la causa dei problemi?
Dal canto suo, Paiolo, si mise a sistemare le sedie nel ristorante continuando a scuotere la testa e lamentandosi del suo dente dolce appena nato.
"Perché dolce? A me neanche piace il dolce!" Borbottava come una pentola sul fuoco.
"Neanche questo dolce?" Chiese una voce dal fondo del locale.
"No." Rispose senza nemmeno alzare lo sguardo. Non importava chi fosse ma non aveva proprio voglia di una compagnia femminile nel bel mezzo di una crisi culinaria. Ecco, lui, tutto questo non lo aveva previsto! Nella sua prima visione su Clara aveva visto lei col cuore infranto e lui felice e creativo come sempre! Forse avrebbe dovuto sedurla e abbandonarla e avrebbe dovuto farlo per la propria sanità mentale! Avrebbe dovuto prenderla tra le braccia e... e... stava salivando?
Qualcuno lo prese per le spalle ma era decisamente il qualcuno sbagliato!
Proprio quando stava per essere folgorato... proprio quando stava per capire quale fosse la spezia mancante.
"Ma come fa un pover'uomo a restare solo con i suoi pensieri?" Disse, voltandosi a guardare la bella visitatrice.
"Sei di cattivo umore, caro, siedi un attimo che ti faccio un massaggio!" Rispose quella. "Guarda come sei teso."
Okay, si disse, un massaggio si può fare... basta che stia zitta e mi lasci pensare! C'ero quasi... c'ero quasi...
E mentre accigliato e serio, Paiolo, si lasciava fare... Clara realizzò di aver lasciato il libercolo rosso al ristorante e si risolse a tornare indietro, pur consapevole di quello che avrebbe visto.
Fece il suo ingresso sul retro, in punta di piedi, entrò in cucina, prese il libercolo e stava per imboccare nuovamente la porta quando si sentì chiamare per nome.
"No, no, nooo!" Aggiunse poi la voce.
Clara si affacciò nella sala e vide Paiolo scaraventare a terra la bellona di turno.
"Chi è Clara?" Chiese quella.
Il libercolo le cadde dalle mani e i due si voltarono in direzione del suono.
Clara sorrise, imbarazzata e sollevò un dito come per dire: sono io Clara, ma voi state fermi là, comodi...
Fermati tempo! Fammi raccogliere libro e pensieri, che io possa fuggire di qua in maniera decorosa! - si disse.
"Io..."
"Tu?" Inquisì l'altra.
"Ho... dimenticato... questo..." Indicò il libro. "Buonanotte." E si dissolse nell'oscurità.
Paiolo guardò l'altra donna e spallucciò.
"Ti va un caffé? Bello amaro!" Le propose e si avviò in cucina con le mani tra i capelli.
* * *
Clara chiese dei giorni di permesso. Anche se il test era vicino. Anche se Paiolo era nei guai. Clara rimase a casa, col suo libercolo, a studiare.
Ma studiare non faceva.
Trascorse ben due giorni a letto, col libercolo sempre fermo sulla stessa pagina, lo stesso paragrafo, la stessa riga, la stessa parola. Le pagine si erano come trasfigurate, però, e tutte ma proprio tutte dicevano una cosa sola:
Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo!
Fino alla fine del volume.
Ne stava facendo una malattia.
Chissà come se la stava cavando? Chissà se gli era poi venuta voglia di assaggiare prugne? Ci volevano le prugne, indubbiamente! Certo era che a lei ancora non era venuta voglia di assaggiare roba fruttata...
Stare lontana non serviva, stare vicina nemmeno... era un'empasse.
Alla fine del secondo giorno la governante della famiglia presso la quale alloggiava le annunciò una visita. Non si scompose più di tanto. La guardò con aria assente. Quella scambiò il tutto per un silenzio assenso e fece entrare Paiolo nella stanza senza nemmeno troppi complimenti.
L'uomo apparve come una tempesta, con tuoni roboanti nelle parole e lampi negli occhi ma dopo le prime frasi senza senso si accorse che Clara era a letto e lo fissava con aria allampanata.
"Clara." Le disse. "Che vuol dir ciò. Davvero non è il caso di farne una malattia." Vide il libro chiuso. "Ma stai studiando?"
La ragazza lo fissò come se ciò che le stava di fronte fosse una visione.
"Stai bene?" Le chiese poi. Non vide risposta e prese una sedia per accomodarsi accanto al letto di lei.
Dopo qualche istante in silenzio le passò la mano davanti agli occhi.
"Ma se resti così non potrai studiare... non potrai fare niente della tua vita... ti ho fatto io questo? Sono stato io?" Le tolse il libro dalle mani e le sorrise. "Sono un po' bloccato anche io. Mi son stancato di andare avanti con salse alla liquirizia e al caffè. Sono troppo amare, sono amareggiato anche io!"
Clara scrollò le spalle.
"E allora che si fa?"
Lui le passò una mano dietro la nuca e poggiò la fronte su quella di lei.
"Senti, io adesso ti bacio. Se dopo ci vien voglia di salsa alle prugne, bene... altrimenti ci inventiamo qualcosa col cacao!" E dopo aver enunciato le sue intenzioni fece seguire l'azione.
Clara lo fissò mentre alzava gli occhi al cielo, come se fosse stato colto da una folgorazione.
"Prugna caramellata." Meditò. "Ti aspetto tra venti minuti al ristorante!" Si avviò alla porta. "Se non vieni... capirò."
Clara non ci pensò su due volte. Non appena fu uscito corse a prepararsi. La salsa alle prugne caramellate di Paiolo doveva assolutamente assaggiarla! Sarebbe stata ispirata! Sarebbe stata indefinibile! Sarebbe stata esattamente quello che ci voleva in quel momento!
Si infilò il cappotto e corse a perdifiato fino al ristorante dove trovò i cuochi alle prese con una cucina disastrata.
"Ma che diamine gli è preso!" Lamentava il capo linea.
"Non lo so che m'è preso... ma ora so che voglio la cucina in ordine, su!"
Si voltò e vide Clara ritta sulla porta.
"Oh..." Disse. "Beh... vogliamo?"
Lei sorrise, appese il cappotto e corse a infilarsi il grembiule.
"Tu prendi quelle dorate che io penso a quelle nere!" Gli propose.
Paiolo sorrise e scavalcò un paio di tegami per raggiungerla.
* * *
Il giorno dell'esame Clara si presentò nuovamente vestita di bianco.
Rispose a tutte le domande sul test poi uscì di corsa dall'aula consegnando il foglio all'insegnante.
La cucina reale si trovava dall'altra parte della città e forse faceva ancora in tempo a partecipare all'ispezione.
Giunse nel primo pomeriggio e trovò Paiolo in attesa nell'atrio. Gli andò accanto.
"Allora?" Chiese ansiosamente.
"Ci chiameranno uno alla volta per spiegarci i motivi della loro scelta e porre alcune domande." Le spiegò.
"Bene. Andrà tutto bene." Lo rassicurò lo ragazza. L'altro le sorrise.
"Paiolo de Paiolis." Chiamò uno spauracchio dal naso puntuto ritto sull'uscio della cucina reale.
Il cuoco prese la chimica per il polso.
"Vieni. E' anche il tuo lavoro." Se la portò dietro fino davanti agli esaminatori.
Questi posero alcune domande a Paiolo sul tipo di olio usato per la frittura, le spezie, la preparazione della salsa. Uno degli esaminatori, lo spauracchio dal naso puntuto per la precisione, fissava un foglio con il suo monocolo e una smorfia di disgusto sul volto.
Clara riuscì a gettare un occhio sul foglio e lesse: Ilflating!
Quando lo spauracchio si pose in maniera contraria rispetto al resto della commissione, che era molto entusiasta dall'innovazione della ricetta, Clara corrucciò la fronte.
"Non c'è alcun Ilflating! Non c'è proprio il rischio di Ilflating se è questo che teme. La ricetta è di semplice preparazione, basta seguire le istruzioni alla lettera! Nemmeno uno sguattero potrebbe sbagliare."
"I nostri sono cuochi superiori." Rispose lo spauracchio. "Ma l'olio di canna presenta sempre il rischio di Ilflating e noi non possiamo proporre un piatto scadente al Principe Alfredo!"
"Le dico che è chimicamente impossibile per una questione di temperatura degli elementi... le particelle in sospensione non possono surriscaldarsi!"
"Chimicamente?" Sbottò quello.
"La signorina è la mia chimica." Espose con calma Paiolo.
"Una chimica? Non un'alchimista?" Bofonchiò l'altro. "Ma la cucina è alchimia... è magia!"
"Ma lei cosa ne sa? E' un chimico per caso lei?" Si infuriò la ragazza. "Per sua norma e regola tutto è chimica in questo mondo... siamo tutti fatti di particelle e agiamo a seconda di reazioni chimiche! E' la chimica che muove le nostre vite! E Paiolo ha seguito alla lettera tutte le teorie e praticamente non può sbagliare! Istintivamente è il miglior chimico che io conosca e sa mettere in pratica tutte le teorie che possono essere utili alla cucina! I cuochi sono chimici che mettono in pratica la teoria!"
"Ah... sicché tutto è mosso dalla chimica?" L'altro si tamburellò sagacemente l'indice sul mento comprendendo che dietro la difesa estenuante della ragazza doveva esserci ben altro che la semplice ammirazione per il cuoco. "E quindi... anche l'amore è una reazione chimica?" Le chiese.
Clara non si lasciò scomporre più di tanto.
"Lo è." Guardò Paiolo dritto negli occhi. "Ma come le dicevo, mio caro signore... la chimica è teoria e pratica. Quello che voi praticamente chiamate cuore io so teoricamente essere un muscolo... per cui la fonte dei nostri sentimenti risiede sempre nel nostro cervello e nelle numerose ghiandole sparse per il nostro corpo, non nel cuore. In teoria parte tutto da una reazione chimica... ma come noi mettiamo in pratica queste teorie fa la differenza."
Un omone grosso e barbuto scoppiò a ridere a tale risposta e propose di rimandare il giudizio dopo consultazione a porte chiuse. Un giovane prese Clara per mano e le chiese di seguirlo, mentre Paiolo restava seduto al posto suo. Clara lo guardò nuovamente e lo vide sorridere. Si disse che forse aveva rovinato tutto, forse gli aveva rovinato anche la carriera, ma quel giovane la tirò dolcemente per le mani e le sorrise: venga.
Si decise a seguirlo per non complicare ulteriormente la situazione.
"Lei è molto intelligente e coraggiosa." Le confessò il giovane una volta fuori. "La ammiro molto e penso che il suo cuoco sia un uomo fortunato."
"Grazie." Mormorò lei. "Ma non penso che questo lo aiuterà molto."
"Non si preoccupi, la sua è la ricetta migliore che abbiamo assaggiato oggi e l'ultima parola spetta al Principe."
La porta si aprì di lì a poco e Paiolo ne uscì tutto sorridente.
"Andiamo mia cara... pare che il Pollo à la Claire non entrerà a far parte delle cucine reali..." Le porse una mano.
"Oh... è tutta colpa mia!" Si scusò lei.
"No no... il Principe è allergico alle prugne." Le passò un braccio attorno alle spalle. "Ci hanno chiesto di preparare una variante con le mele..."
Clara si illuminò dalla gioia.
"A proposito... come te la cavi con il maiale?" Le chiese poi mentre si avviavano all'uscita.
"Il maiale?" Lo fissò titubante.
"Già, pare sia il prossimo piatto sulla lista delle cucine reali... abbiamo due mesi di tempo per pensarne uno." Le spiegò.
"Oh beh... che ne dici di..."
"Ah!" Le mise un dito sulle labbra. "Domani però... non oggi... oggi mettiamo in pratica un po' di quella teoria di cui parlavi poco fa."
E si presero un meritato giorno di riposo.