“Non voglio essere come loro!” Sospirò Brik. “Non voglio far parte del branco, nuotando attorno con la bocca aperta… in cerca di una preda tutto il giorno!”
“Brik… tu sei uno squalo!” Rispose Remoura, la piccola remora.
Si sedettero sul fondo del mare, insieme, in silenzio. Entrambi persi nella pace dell’immobile acqua marina, finché un suono, viaggiando quattro volte più veloce che nell’aria, disse alle loro orecchie che qualcosa si stava avvicinando sempre di più. Splash dopo splash, lo squalo e la sua remora potevano sentire la vittima avvicinarsi. Guardarono in su, verso la superficie, e notarono una foca.
“Uhhhmmmm, la cena è servita!” Sorrise Remoura. “Adoro le foche!”
“Non è una foca….” Sospirò Brik. “E’ un essere umano.”
“Sono buoni, no?”
“Che schifo…. Gli squali non mangiano le persone!”
“Ma li mordono….”
“Bleah, e poi scappano per via della puzza!” Lo squalo scosse la sua testa. “Non sono così affamato!”
Remoura ci pensò un po’ su: effettivamente gli umani erano piuttosto puzzolenti. Morderne uno e poi inalare il loro odore voleva dire lasciarci su un buon squalo appetito per giorni. Di certo lui non voleva che il suo predatore perdesse l’appetito e morisse di fame… ci viveva sul fatto che Brik mangiasse ed avesse bisogno di essere pulito.
“Sei così intelligente, Brik, come facevi a sapere che non era una foca?”
“Mi capita di pensare, ogni tanto…” Ironizzò.
“Cielo, dovevo proprio trovarmi uno squalo intelligente!” Mormorò con disappunto Remoura.
“Oh, stai zitto!” Disse Brik.
Lo squalo nuotò attorno, più o meno nello stesso punto, per un paio di ore poi si fermò alla vista di un bellissimo campo di erba marina. Era ipnotizzato dal movimento della prateria acquatica e la luce del sole era così iridescente ed allegra. Sorrise con tutte e tre le file di denti, anteriore, centrale e posteriore.
“Ehi!” Disse Remoura. “Ti sei addormentato? Stiamo cercando cibo!”
“Addormentato? Che cos’è?” Chiese lo squalo.
“Lo sai, quando ti fermi a riposare e sogni…”
“Devo chiudere le palpebre per farlo?”
“Palpecosa?” Chiese la remora.
“Si, quelle cose bianche che uso per coprire i miei occhi quando mordo…”
“Non le conosco… Non ce le ho.” Remoura era ancora una remora pivella. Brik era giovane, era il figlio del re degli squali e si trovava da solo, nel mondo sottomarino, per la prima volta…. Tutto da solo. La stessa cosa si poteva dire per Remoura.
Suo padre aveva lavorato sul re degli squali e diceva che era un dovere di famiglia passare da un re all’altro e che era stato così per generazioni, nella loro famiglia di remore. Per questo motivo aveva accettato lavoro. Non che non gli piacesse, ma il corpo del Re era davvero un gran bel posto per crescere e Brik non era nemmeno grande la metà di suo padre. Comodo ma di media grandezza.
“Com’è che non sai dormire, te?” Chiese curiosamente la remora.
“Credo che gli squali non dormano…”
“Ecco perché siete sempre così aggressivi…. I diventerei una bestia se non potessi dormire le mie quattordici ore al giorno!”
“Sembra divertente!”
“Beh, può essere divertente… se fai bei sogni!”
“Forse potresti insegnarmi uno di questi giorni…”
Remoura si sorprese, sulle prime, poi lo allettò l’idea…. di poter comandare a bacchetta un principe. Dopotutto, nessuno gli chiedeva mai la sua opinione e questo giovane squalo era sempre nell’umore di fare della buona conversazione.
“Credi che sia possibile, per me, mangiare alghe?” Chiese all’improvviso Brik.
“Che? L’erba?” Remoura era fuori di sé. “Perché?”
“Me ne fa voglia.” Scrollò le spalle. “Ultimamente il gusto del sangue non mi fa sentire a mio agio.”
“Non mi piace il suono di quella parola…. Qualunque cosa significhi…”
“Significa che sento un sapore strano….”
“Ehi…. Non è che ti sei diventato uno di quelli?” Sbottò la remora.
“Quelli? Quali quelli? Ci sono altri come me?”
Remoura non rispose.
“Remoura?”
“Beh, penso che sia una leggenda… ma mio padre una volta mi disse che… ci sono degli squali che si nutrono di erba… da qualche parte a Nord!”
“Nord!” Gli occhi di Brik scintillarono di felicità.
“Io non ci andrei, se fossi in te… fa un freddo incredibile da quelle parti!”
“Ma devo andare, Remoura, devo trovarli… credevo di essere diverso! Credevo di essere solo!” Lo squalo abbassò la testa. “ E quando sei un esemplare unico… la solitudine è assai triste…è come non vivere affatto!”
“Assurdo… ecco un altro umano che si avvicina… prova un assaggino… forse puzzano ma sono teneri…. Là, la carne bianca, è la più leggera!” Il pesce provò a mettere un po’ di buon senso nella zucca dello squalo.
“Remoura, andiamo a Nord!”
La remora si staccò dal suo compagno.
“Ascolta, compare, cosa ti fa pensare che venga con te a congelare il mio ittico sedere in quelle acque?”
“Pensavo fossimo amici.”
“Io sono un parassita. Mi nutro dei tuoi scarti… tu mangi ed io ti pulisco. Tu mi proteggi ed io ti pulisco… questo è l’accordo…” Gli spiegò. “Non ce la farai mai!”
Brik sospirò.
“La vita appartiene a coloro i quali credono nella bellezza dei proprio sogni… credo che andrò ora… mi accomiato!” Lo squalo partì, in silenzio, seguendo il suo istinto. Sembrava sicuro che l’intero universo stesse cospirando per aiutarlo a cercare la sua strada… a modo suo. Addentò le alghe…. Masticò il boccone e lo trovò saporito. Pianse di gioia e non si voltò indietro.
La vita è strana, trasforma i peggiori carnivori in vegetariani in un battito di ciglia.
Remoura nuotò in cerchio per un po’. Osservò le alghe. Guardò l’umano che nuotava sulla superficie dell’Oceano. Poi vide il suo amico allontanarsi sempre di più. Non sembrava un principe in quel momento. Sembrava tutto fuorché un aristocratico. Forse era solo pazzo.
All’improvviso notò un enorme squalo nuotare nelle acque soprastanti e gli andò incontro, col suo viscido sorriso da pesce.
“Buondì!” Esordì come presentazione. “Il mio nome è Remoura.”
“Io sono Jade.” Disse lo squalo. “Dimmi… sei per caso disoccupato al momento?”
“Ho appena perso il mio squalo.”
“Uhm, terribile incidente…. Un pescatore?”
“No, alghe.”
L’altro non comprese.
“Jade…. Come ti senti riguardo al sapore del sangue? Ti piace?”
“Certo.” Rispose. “Posso sentirne l’odore a dodici miglia di distanza… se non di più!”
“E nuotare con la bocca aperta tutto il tempo, in cerca di vittime…”
“E’ quello che faccio!” Rispose lo squalo vanesio.
“E gli umani…”
“Puzzano, ma sono saporiti…” disse lui. “Allora, accetti il lavoro?”
“Dormi mai?” Chiese in conclusione il pesce.
“Dormire? Quella stupida attività da pesci? E’ una tale perdita di tempo!” Spalancò gli occhi fino diventare davvero davvero spaventoso. Remoura nuotò all’indietro. Osservò lo squalo e corrugò la fronte. Per quanto un pesce possa corrugare la fronte, s’intende.
“Forse ha ragione lui!” Si disse ad alta voce. “Forse siete voi ad essere tutti pazzi… e lui ha trovato l’unica, vera ragione per vivere!”
“Allora, accetti il lavoro o no?” Chiese nuovamente lo squalo.
“Spiacente…” Sorrise il pesce. “Credo che sarò impegnato per i prossimi quaranta o cinquant’anni…”
L’altro non comprese, nuovamente.
“A che fare?”
“Ad insegnare ad un amico come si sogna nel sonno… e ad imparare da lui a sognare con gli occhi aperti!”
“Sei un pesce… i tuoi occhi sono sempre aperti!”
“Di sicuro lo sono ora.” Nuotò via.
Lo squalo pensò che quella fosse la remora più strana che avesse mai incontrato. Lo vide scomparire oltre le alghe, lasciando bolle sgangherate dietro di sé.
La vita è strana, alle volte, trasforma il più viscido dei parassiti nel migliore degli amici… in un battito di ciglia.
BRICK AND REMOURA
“I don’t want to be like them!” sighed Brick. “I don’t want be part of the flock, swimming around with my mouth open… looking for my prey all day long!”
“Brick… you are a shark!” Answered Remoura, the little shark sucker.
They sat at the bottom of the Ocean, together, speechless. Both lost in the quiet of the water, till a sound traveled four time faster to tell their ears that something was moving closer and closer. Splash after splash, the shark and his sucker could hear a victim, approaching. They looked up, at the surface, and spotted a seal.
“Yummie, dinner is served!” smiled Remoura. “I loooove seal!”
“It’s not a seal…” sighed Brick. “It’s a human.”
“Those are good…”
“Gross… sharks don’t eat humans!”
“But they bite them….”
“Yak, then run away because of the smell!” the shark shook his head. “I’m not that hungry.”
Remoura thought about it: humans were pretty bad smelling creatures. To bite them and then to inhale their stinking odor would have left any shark without appetite for days. He didn’t want his shark to starve for days… he lived on the fact that he fed and needed to be cleaned.
“You are so smart, Brick, how did you know it wasn’t a seal?”
“I happen to think…”
“Gosh, I had to hang out with a smart shark!” blubbered, disappointed, Remoura.
“Oh, shut up, you are such an egg!” said Brick.
The shark swam around, more or less in the same spot, for a couple of hours then stopped at the sight of a beautiful sea grass field. He was hypnotized by the movement of the marine prairie and the light of the sun was so iridescent and happy looking. He smiled with all his teeth, front, middle and bottom lane.
“Hey!” said Remoura. “Did you fall asleep? We are looking for food!”
“Asleep? What’s that?” asked the shark.
“You know when you stop and rest and dream…”
“Do I have to close my eyelids?”
“What eyelids?” frowned the sucker.
“You know the white things I use to cover my eyes with, when I bite…”
“I don’t know… I don’t have those…” Remoura was new at his job. Brick was very young, he was the son of the King of the Sharks and was alone, in the submerged world, for the first time… all by himself. So was him, Remoura.
His dad used to work on the King and said it was a family duty to go from a King to another one and it had been like this for generations in their family of shark suckers. So he took the job, not that he didn’t like it, but the King’s body was quite a big place to grow up on and Brick wasn’t even half his size. Cozy but average.
“How comes you don’t know how to sleep?” the sucker was curious.
“I guess sharks don’t sleep…”
“No wonder you are so aggressive… I would be a beast if I couldn’t sleep my fourteen hours at day!”
“It sounds fun!”
“Well it can be fun… if you have pleasant dreams!”
“Maybe you should teach me one day…”
Remoura was surprised at first, then pleased by the idea… of bossing around a prince. After all, nobody ever asked his opinion and this young shark was very much into the mood for a good conversation all the time.
“Do you think I can eat that?” Brick asked all of a sudden.
“What? The grass?” Remoura was astonished. “Why?”
“I feel like eating it.” He shrugged his shoulder. “Lately I’ve been feeling very uncomfortable with the taste of blood.”
“I don’t like the sound of that word… whatever it means.”
“It means it tastes funny!”
“Hey… you didn’t turn to be like one of those others… did you?” burst out the sucker.
“Others? What others? There’s others like me?”
Remoura didn’t answer.
“Remoura?”
“Well… I think it’s a legend… but my father said… that… there’s a whole bunch of grass eating sharks… and they live up North!”
“North!” Brick’s eyes shone of happiness.
“I wouldn’t go there, if I were you… it’s freezing cold up there!”
“But I must go, Remoura, I must go and find them… I thought I was the only one! I thought I was alone…” the shark lowered his head. “When you are one of a kind… it’s black loneliness and loneliness it’s like… not living at all.”
“Nonsense… Here’s another human… give it a shot… they might stinks but they are tender… there, white meat is the lightest!” the fish tried to put some sense back into his shark’s head.
“Remoura, we are going North!”
The shark sucker detached himself from his companion.
“Listen, pal, what makes you think I’m coming with you to freeze my fishy ass up there?"
“I thought we were friends!”
“I’m a parasite. I feed myself with your leftovers… you eat, I clean you. You protect me, I clean you… that’s the deal… you’ll never make it!”
Brick sighed.
“Life belongs to those who believe in the beauty of their dreams… I shall go now… fare you well!” the shark left, in silence, following his instinct. He seemed to be sure that the whole universe would conspire to help him find his own way… in his own way. He bit the sea grass… chewed it and found it tasty. He cried for joy and didn’t turn back.
Life is funny, it turns the worst carnivore into a vegetarian in no time.
Remoura circled around for a while. He stared at the grass. He stared at the human swimming on the surface of the Ocean. Then he saw his friend getting farther and farther. He didn’t look like no prince, in that very moment. He didn’t look anything like a royalty. He just looked crazy.
All of a sudden he saw a big shark swimming over his head and smiled, his little fishy smile.
“Hello!” he said introducing himself. “My name is Remoura.”
“My name is Jade.” Said the other shark. “Say… are you unemployed at the moment?”
“I just happened to loose my shark.”
“Despicable accident… a fisherman?”
“No, sea grass…”
The other one didn’t understand.
“Jade… how do you feel about the taste of blood? Do you like it?”
“Sure.” He replied. “I can smell it from twelve miles away... if not more.”
“How about swimming with the mouth opened all the time, chasing your preys…”
“That’s what I do!” answered the vain shark.
“What about humans…”
“Stinky but tasty…” replied the other one. “Are you gonna take the job?”
“Do you sleep?” asked in the end the fish.
“Sleep? That stupid fishes’ activity? It’s such a waste of time!” he opened wide his eyes and looked very very scary. Remoura swimmed backward. Looked at the shark and frowned.
“Maybe he is right!” he thought out loud. “Maybe you all are insane… and he’s found the only reason to live.”
“Are you taking the job, or what?” asked again the shark.
“Sorry…” smiled the fish. “I’m going to be busy for the next fifty or forty years…”
The other one couldn’t understand, again.
“Doing what?”
“Teaching a friend how to dream in the sleep… and learning from him how to dream with my eyes opened!”
“You are a fish… your eyes are always opened…”
“For sure they are now!” he swam away.
The shark maybe thought that that was the weirdest shark sucker he had ever met. He looked at him disappearing into the sea grass, and leaving distorted bubbles behind him.
Life is strange, sometimes, it turns the fishiest parasite into the best of friends… in no time.
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