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Friday, February 29, 2008

Skamarciamente Vandali - you rotten vandals!

terracina and the temple of Jupiter anxur

While visiting the nice temple of Jupiter on top of Monte Giove (Terracina) I should enjoy the view and the ancient Roman ruins... not being bothered with the fact that some idiots wrote their romantical nonesense on the walls as if this place were the friggin' toilet of their highschool!
May your hands fall at the wrists and your lover cheat on you so that you will know that you are nothing and your loves are worth even less when compared to buildings that have been there for thousands of years, resisting against barbarians and pirates... but because of your crazed hormones they had to succumb to you, rotten vandals!


E passeggiannome per monte giove
ndo li romani se godevano er pannomaramma

me faccio un bel giretto che non piove
e poi la vista a ncerto punto me se appanna.
Che su li muri come ndentro ai gabinetti
c'avete scritto come fessi dell'ammmore
e financo ar barcone
ce trovo li lukketti,
che per me solo m'ariparla dell'ormone.
Perché sti muri so campati li millenni
contro li barbari e contro li pirati
e bastano soltanto quattro cenni
ed ecchili de porcherie imbrattati.
Speramo che te caschino le mani
ma non li occhi che ti serviranno
che quando c'avrai le corna un domani

leggendo quanto fessi eravamo,
te pentirai d'aver scritto imperituro
come i tuoi bassifondi gridavano di voglie
che sono ferme là su quel bel muro
mentre di quell'ammore nun restano che spoglie.
La storia è eterna, questa rovina dice,
Li Unni e li algerini ci hano messi a ferro e foco
e noi restiamo qui a testimoniare l'infelice
vandalo skamarcio che in italiano scrive poco.
Poveri Mocciosetti che non lo sapete?

che er vostro eroe co li lukketti e con spavalderia
s'è fatto i sordi e sfruttando l'innocenza s'è pure aperto una lukketteria?

Me and you 3 meters above the sky? Monte Giove is 200 meters above sea level. Get real folks!


Il tempio di giove anxur è a 200 metri sul livello del mare... altro che tre metri sopra il cielo!


I have a sense for you... (meaning not much at all since it is not proper Italian - I might add I have a sensefor you too... of disgust)


Pure io ho un senso di te... me fai senso, proprio!






It roughly says: maybe you think this is not for you, but it is. simone I love you!
Lovers have a language of their own, definitely it is NOT Italian!
Go back to school you sucker! U____U

Forse dovresti tornare a scuola invece di scrivere in una lingua stitica su un muro che non è tuo! Ma scrivere sul diario no? O_O
Gli innamorati usano una lingua tutta loro: decisamente NON è italiano!

When there's enought of these, I am going back with a cutting tool to collect them and recycle them, I could make up to 900 euros in iron! *_*
I lukketti.... ma andare con una bella cesoia a raccoglierli e rivenderseli? quanto acciaio sprecato!

Thursday, February 28, 2008

Be Right Back!

Creative Commons License
Away for my "Roman Holidays" I'll be right back with some nice juicy pictures...

Sono stremata... ho i piedi gonfi, il tallone destro si rifiuta di toccare terra ma... ne ho approfittato per visitare posti nuovi, visto che per Roma dovevo passare uniamo l'utile al dilettevole.
Il fianco mi fa sempre un po' male... speriamo bene.

A ogni modo, unendo l'utile al dilettevole ho qualche foto nuova...
Sarò di nuovo "reperibile" domani sera.
(illustration by Deda
© 2002)

Friday, February 22, 2008

SENZA REMORE

“Non voglio essere come loro!” Sospirò Brik. “Non voglio far parte del branco, nuotando attorno con la bocca aperta… in cerca di una preda tutto il giorno!”
“Brik… tu sei uno squalo!” Rispose Remoura, la piccola remora.
Si sedettero sul fondo del mare, insieme, in silenzio. Entrambi persi nella pace dell’immobile acqua marina, finché un suono, viaggiando quattro volte più veloce che nell’aria, disse alle loro orecchie che qualcosa si stava avvicinando sempre di più. Splash dopo splash, lo squalo e la sua remora potevano sentire la vittima avvicinarsi. Guardarono in su, verso la superficie, e notarono una foca.
“Uhhhmmmm, la cena è servita!” Sorrise Remoura. “Adoro le foche!”
“Non è una foca….” Sospirò Brik. “E’ un essere umano.”
“Sono buoni, no?”
“Che schifo…. Gli squali non mangiano le persone!”
“Ma li mordono….”
“Bleah, e poi scappano per via della puzza!” Lo squalo scosse la sua testa. “Non sono così affamato!”
Remoura ci pensò un po’ su: effettivamente gli umani erano piuttosto puzzolenti. Morderne uno e poi inalare il loro odore voleva dire lasciarci su un buon squalo appetito per giorni. Di certo lui non voleva che il suo predatore perdesse l’appetito e morisse di fame… ci viveva sul fatto che Brik mangiasse ed avesse bisogno di essere pulito.
“Sei così intelligente, Brik, come facevi a sapere che non era una foca?”
“Mi capita di pensare, ogni tanto…” Ironizzò.
“Cielo, dovevo proprio trovarmi uno squalo intelligente!” Mormorò con disappunto Remoura.
“Oh, stai zitto!” Disse Brik.
Lo squalo nuotò attorno, più o meno nello stesso punto, per un paio di ore poi si fermò alla vista di un bellissimo campo di erba marina. Era ipnotizzato dal movimento della prateria acquatica e la luce del sole era così iridescente ed allegra. Sorrise con tutte e tre le file di denti, anteriore, centrale e posteriore.
“Ehi!” Disse Remoura. “Ti sei addormentato? Stiamo cercando cibo!”
“Addormentato? Che cos’è?” Chiese lo squalo.
“Lo sai, quando ti fermi a riposare e sogni…”
“Devo chiudere le palpebre per farlo?”
“Palpecosa?” Chiese la remora.
“Si, quelle cose bianche che uso per coprire i miei occhi quando mordo…”
“Non le conosco… Non ce le ho.” Remoura era ancora una remora pivella. Brik era giovane, era il figlio del re degli squali e si trovava da solo, nel mondo sottomarino, per la prima volta…. Tutto da solo. La stessa cosa si poteva dire per Remoura.
Suo padre aveva lavorato sul re degli squali e diceva che era un dovere di famiglia passare da un re all’altro e che era stato così per generazioni, nella loro famiglia di remore. Per questo motivo aveva accettato lavoro. Non che non gli piacesse, ma il corpo del Re era davvero un gran bel posto per crescere e Brik non era nemmeno grande la metà di suo padre. Comodo ma di media grandezza.
“Com’è che non sai dormire, te?” Chiese curiosamente la remora.
“Credo che gli squali non dormano…”
“Ecco perché siete sempre così aggressivi…. I diventerei una bestia se non potessi dormire le mie quattordici ore al giorno!”
“Sembra divertente!”
“Beh, può essere divertente… se fai bei sogni!”
“Forse potresti insegnarmi uno di questi giorni…”
Remoura si sorprese, sulle prime, poi lo allettò l’idea…. di poter comandare a bacchetta un principe. Dopotutto, nessuno gli chiedeva mai la sua opinione e questo giovane squalo era sempre nell’umore di fare della buona conversazione.
“Credi che sia possibile, per me, mangiare alghe?” Chiese all’improvviso Brik.
“Che? L’erba?” Remoura era fuori di sé. “Perché?”
“Me ne fa voglia.” Scrollò le spalle. “Ultimamente il gusto del sangue non mi fa sentire a mio agio.”
“Non mi piace il suono di quella parola…. Qualunque cosa significhi…”
“Significa che sento un sapore strano….”
“Ehi…. Non è che ti sei diventato uno di quelli?” Sbottò la remora.
“Quelli? Quali quelli? Ci sono altri come me?”
Remoura non rispose.
“Remoura?”
“Beh, penso che sia una leggenda… ma mio padre una volta mi disse che… ci sono degli squali che si nutrono di erba… da qualche parte a Nord!”
“Nord!” Gli occhi di Brik scintillarono di felicità.
“Io non ci andrei, se fossi in te… fa un freddo incredibile da quelle parti!”
“Ma devo andare, Remoura, devo trovarli… credevo di essere diverso! Credevo di essere solo!” Lo squalo abbassò la testa. “ E quando sei un esemplare unico… la solitudine è assai triste…è come non vivere affatto!”
“Assurdo… ecco un altro umano che si avvicina… prova un assaggino… forse puzzano ma sono teneri…. Là, la carne bianca, è la più leggera!” Il pesce provò a mettere un po’ di buon senso nella zucca dello squalo.
“Remoura, andiamo a Nord!”
La remora si staccò dal suo compagno.
“Ascolta, compare, cosa ti fa pensare che venga con te a congelare il mio ittico sedere in quelle acque?”
“Pensavo fossimo amici.”
“Io sono un parassita. Mi nutro dei tuoi scarti… tu mangi ed io ti pulisco. Tu mi proteggi ed io ti pulisco… questo è l’accordo…” Gli spiegò. “Non ce la farai mai!”
Brik sospirò.
“La vita appartiene a coloro i quali credono nella bellezza dei proprio sogni… credo che andrò ora… mi accomiato!” Lo squalo partì, in silenzio, seguendo il suo istinto. Sembrava sicuro che l’intero universo stesse cospirando per aiutarlo a cercare la sua strada… a modo suo. Addentò le alghe…. Masticò il boccone e lo trovò saporito. Pianse di gioia e non si voltò indietro.
La vita è strana, trasforma i peggiori carnivori in vegetariani in un battito di ciglia.
Remoura nuotò in cerchio per un po’. Osservò le alghe. Guardò l’umano che nuotava sulla superficie dell’Oceano. Poi vide il suo amico allontanarsi sempre di più. Non sembrava un principe in quel momento. Sembrava tutto fuorché un aristocratico. Forse era solo pazzo.
All’improvviso notò un enorme squalo nuotare nelle acque soprastanti e gli andò incontro, col suo viscido sorriso da pesce.
“Buondì!” Esordì come presentazione. “Il mio nome è Remoura.”
“Io sono Jade.” Disse lo squalo. “Dimmi… sei per caso disoccupato al momento?”
“Ho appena perso il mio squalo.”
“Uhm, terribile incidente…. Un pescatore?”
“No, alghe.”
L’altro non comprese.
“Jade…. Come ti senti riguardo al sapore del sangue? Ti piace?”
“Certo.” Rispose. “Posso sentirne l’odore a dodici miglia di distanza… se non di più!”
“E nuotare con la bocca aperta tutto il tempo, in cerca di vittime…”
“E’ quello che faccio!” Rispose lo squalo vanesio.
“E gli umani…”
“Puzzano, ma sono saporiti…” disse lui. “Allora, accetti il lavoro?”
“Dormi mai?” Chiese in conclusione il pesce.
“Dormire? Quella stupida attività da pesci? E’ una tale perdita di tempo!” Spalancò gli occhi fino diventare davvero davvero spaventoso. Remoura nuotò all’indietro. Osservò lo squalo e corrugò la fronte. Per quanto un pesce possa corrugare la fronte, s’intende.
“Forse ha ragione lui!” Si disse ad alta voce. “Forse siete voi ad essere tutti pazzi… e lui ha trovato l’unica, vera ragione per vivere!”
“Allora, accetti il lavoro o no?” Chiese nuovamente lo squalo.
“Spiacente…” Sorrise il pesce. “Credo che sarò impegnato per i prossimi quaranta o cinquant’anni…”
L’altro non comprese, nuovamente.
“A che fare?”
“Ad insegnare ad un amico come si sogna nel sonno… e ad imparare da lui a sognare con gli occhi aperti!”
“Sei un pesce… i tuoi occhi sono sempre aperti!”
“Di sicuro lo sono ora.” Nuotò via.
Lo squalo pensò che quella fosse la remora più strana che avesse mai incontrato. Lo vide scomparire oltre le alghe, lasciando bolle sgangherate dietro di sé.

La vita è strana, alle volte, trasforma il più viscido dei parassiti nel migliore degli amici… in un battito di ciglia.



BRICK AND REMOURA

I don’t want to be like them!” sighed Brick. “I don’t want be part of the flock, swimming around with my mouth open… looking for my prey all day long!”

“Brick… you are a shark!” Answered Remoura, the little shark sucker.

They sat at the bottom of the Ocean, together, speechless. Both lost in the quiet of the water, till a sound traveled four time faster to tell their ears that something was moving closer and closer. Splash after splash, the shark and his sucker could hear a victim, approaching. They looked up, at the surface, and spotted a seal.

“Yummie, dinner is served!” smiled Remoura. “I loooove seal!”

“It’s not a seal…” sighed Brick. “It’s a human.”

“Those are good…”

“Gross… sharks don’t eat humans!”

“But they bite them….”

“Yak, then run away because of the smell!” the shark shook his head. “I’m not that hungry.”

Remoura thought about it: humans were pretty bad smelling creatures. To bite them and then to inhale their stinking odor would have left any shark without appetite for days. He didn’t want his shark to starve for days… he lived on the fact that he fed and needed to be cleaned.

“You are so smart, Brick, how did you know it wasn’t a seal?”

“I happen to think…”

“Gosh, I had to hang out with a smart shark!” blubbered, disappointed, Remoura.

“Oh, shut up, you are such an egg!” said Brick.

The shark swam around, more or less in the same spot, for a couple of hours then stopped at the sight of a beautiful sea grass field. He was hypnotized by the movement of the marine prairie and the light of the sun was so iridescent and happy looking. He smiled with all his teeth, front, middle and bottom lane.

“Hey!” said Remoura. “Did you fall asleep? We are looking for food!”

“Asleep? What’s that?” asked the shark.

“You know when you stop and rest and dream…”

“Do I have to close my eyelids?”

“What eyelids?” frowned the sucker.

“You know the white things I use to cover my eyes with, when I bite…”

“I don’t know… I don’t have those…” Remoura was new at his job. Brick was very young, he was the son of the King of the Sharks and was alone, in the submerged world, for the first time… all by himself. So was him, Remoura.

His dad used to work on the King and said it was a family duty to go from a King to another one and it had been like this for generations in their family of shark suckers. So he took the job, not that he didn’t like it, but the King’s body was quite a big place to grow up on and Brick wasn’t even half his size. Cozy but average.

“How comes you don’t know how to sleep?” the sucker was curious.

“I guess sharks don’t sleep…”

“No wonder you are so aggressive… I would be a beast if I couldn’t sleep my fourteen hours at day!”

“It sounds fun!”

“Well it can be fun… if you have pleasant dreams!”

“Maybe you should teach me one day…”

Remoura was surprised at first, then pleased by the idea… of bossing around a prince. After all, nobody ever asked his opinion and this young shark was very much into the mood for a good conversation all the time.

“Do you think I can eat that?” Brick asked all of a sudden.

“What? The grass?” Remoura was astonished. “Why?”

“I feel like eating it.” He shrugged his shoulder. “Lately I’ve been feeling very uncomfortable with the taste of blood.”

“I don’t like the sound of that word… whatever it means.”

“It means it tastes funny!”

“Hey… you didn’t turn to be like one of those others… did you?” burst out the sucker.

“Others? What others? There’s others like me?”

Remoura didn’t answer.

“Remoura?”

“Well… I think it’s a legend… but my father said… that… there’s a whole bunch of grass eating sharks… and they live up North!”

“North!” Brick’s eyes shone of happiness.

“I wouldn’t go there, if I were you… it’s freezing cold up there!”

“But I must go, Remoura, I must go and find them… I thought I was the only one! I thought I was alone…” the shark lowered his head. “When you are one of a kind… it’s black loneliness and loneliness it’s like… not living at all.”

“Nonsense… Here’s another human… give it a shot… they might stinks but they are tender… there, white meat is the lightest!” the fish tried to put some sense back into his shark’s head.

“Remoura, we are going North!”

The shark sucker detached himself from his companion.

“Listen, pal, what makes you think I’m coming with you to freeze my fishy ass up there?"

“I thought we were friends!”

“I’m a parasite. I feed myself with your leftovers… you eat, I clean you. You protect me, I clean you… that’s the deal… you’ll never make it!”

Brick sighed.

“Life belongs to those who believe in the beauty of their dreams… I shall go now… fare you well!” the shark left, in silence, following his instinct. He seemed to be sure that the whole universe would conspire to help him find his own way… in his own way. He bit the sea grass… chewed it and found it tasty. He cried for joy and didn’t turn back.

Life is funny, it turns the worst carnivore into a vegetarian in no time.

Remoura circled around for a while. He stared at the grass. He stared at the human swimming on the surface of the Ocean. Then he saw his friend getting farther and farther. He didn’t look like no prince, in that very moment. He didn’t look anything like a royalty. He just looked crazy.

All of a sudden he saw a big shark swimming over his head and smiled, his little fishy smile.

“Hello!” he said introducing himself. “My name is Remoura.”

“My name is Jade.” Said the other shark. “Say… are you unemployed at the moment?”

“I just happened to loose my shark.”

“Despicable accident… a fisherman?”

“No, sea grass…”

The other one didn’t understand.

“Jade… how do you feel about the taste of blood? Do you like it?”

“Sure.” He replied. “I can smell it from twelve miles away... if not more.”

“How about swimming with the mouth opened all the time, chasing your preys…”

“That’s what I do!” answered the vain shark.

“What about humans…”

“Stinky but tasty…” replied the other one. “Are you gonna take the job?”

“Do you sleep?” asked in the end the fish.

“Sleep? That stupid fishes’ activity? It’s such a waste of time!” he opened wide his eyes and looked very very scary. Remoura swimmed backward. Looked at the shark and frowned.

“Maybe he is right!” he thought out loud. “Maybe you all are insane… and he’s found the only reason to live.”

“Are you taking the job, or what?” asked again the shark.

“Sorry…” smiled the fish. “I’m going to be busy for the next fifty or forty years…”

The other one couldn’t understand, again.

“Doing what?”

“Teaching a friend how to dream in the sleep… and learning from him how to dream with my eyes opened!”

“You are a fish… your eyes are always opened…”

“For sure they are now!” he swam away.

The shark maybe thought that that was the weirdest shark sucker he had ever met. He looked at him disappearing into the sea grass, and leaving distorted bubbles behind him.

Life is strange, sometimes, it turns the fishiest parasite into the best of friends… in no time.



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Wednesday, February 20, 2008

A first look at my book cover.
Grace worked on the layout (and soon, as soon as it is final I will upload the full spread to see how pretty the back cover is!) and it came out exactly the way I wanted it. *_*

The book will be out soon, more details to come.

Un primo sguardo alla copertina del mio libro che al 99% sarà così come la si vede qui... Grace ha lavorato al layout, io ho sistemato i disegni, la quarta di copertina è graziosissima, appena mi passano la definitva la posto anche qui.
Il libro sarà disponbile presto anche se non so bene quando... quindi seguiranno ulteriori dettagli.

Friday, February 15, 2008

They found me out!
My friend Koori was able to tell that this famous collage I did using my dear governator.... in which I try to advertize shoujo manga to... viril youg men was indeed inspired by Hamilton's famous collage of 1956.

So what? Can I not make pop art too? I am never too late, right?


La cara Koori ha scoperto che il famoso collage che ho creato usando il Governetor... col quale cercavo di pubblicizzare gli Shoujo Manga agli... UOMINI VERI è stato ispirato dal ben più noto collage di Hamilton del 1956.

E questa è la mia versione di Pop art! Non è mai troppo tardi...




Brava Koori.
I'm a bit concerned with my health these days.
The pain in my flank gets sharper and I have to go to see the doctor as soon as I see an opening between jobs.
It might be bad posture... I slouch too much... I might be too tense for some reasons: my muscles take turns and pulsate while I work - the masseter, the trapeze, the left leg. I basically do nothing the whole day why should I be stressed then? I sleep soooo much too.
I think my mind is stuck in a place I don't want. This makes me slower, drags me down... I should see the larger picture: the whole world is going through a crisis.
I should take advantage of the fact to just hang in there and produce and wait for a better moment to put myself out there. If there's one thing I know is that there are no certainties in life... still there were moments where hopes were much higher or things and people seemed more stable and unchangeable. I cannot go back there, it's a place in time not in space therefore I am forced to look forward. I myself decided to burn the ground behind me so I could never look back... I keep doing that. I don't know if I should stop since now I am stuck!
Oh boy am I stuck! I cannot hope this jaded feeling will pass all by itself but at the moment I just can't see...even if IT dropped on my head I cannot see.

Wednesday, February 13, 2008

Papà a casa per Natale.

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Papà a casa per Natale.

Era quel periodo dell'anno, di nuovo.
Quel periodo in cui tutti dovrebbero essere generosi e felici e appendono decorazioni nelle loro case per dimostrarlo. Come se il resto dell'anno non potessero farlo! Era stagione di feste, le più felici di tutte.
Morsel le odiava. Aveva 25 anni e le odiava.
Non decorava la casa col grano e con l'agrifoglio, non poteva interessarla meno: non aveva mai amato le feste, non le erano mai andate per il vesto giusto!
Quella notta sarebbe stata una notte come tutte le altre... e nemmeno il tempo era dei più allegri. Un tuono scosse il cielo mentre la pioggia battente frustava le finestre piombate.
Morse apparecchiò per cena e accese le candele. Il piatto principale, patate arrosto, il preferito di suo marito.
"Vigilia bagnata!" Disse la sua bimba.
"Già." Non sorrise. La notte di Natale! Una notte come tutte le altre, per lei. L'unica cosa che voleva era che suo marito tornasse a casa presto. Non le piaceva saperlo fuori con quel tempo e soprattutto non per uno stupido Natale!
Ma lui doveva andare a cercare il regalo per la sua bimba, aveva detto. Morsel sapeva che tutto ciò che la bimba in questione davvero necessitava era che papà fosse a casa per Natale.
"Ma dov'è papà?" Liz si fece impaziente.
"Sarà qui a momenti!"
"E se gli è successo qualcosa? E se si è scordato come si torna a casa?"
"Non lo farà!"
"Come fai a saperlo?" Liz iniziò a saltare sulla poltrona.
"Se conosco tuo padre... e lo conosco... non mancherebbe alla cena di stasera nemmeno per tutto l'oro del mondo!" Le sorrise la donna.
"Possiamo mangiare?"
"No!"
"Ma io ho fame!"
"Dillo tre volte che ti passa!"
Liz continuò a saltare a piè pari da poltrona a poltrona.
"Ho fame, ho fame, ho fame!" Si fermò all'improvviso e si voltò ferso Morsel. "Non mi passa!"
"Aspetteremo papà."
"Sei sicura che tornerà a casa stasera?"
Morsel sospirò e quasi perse la pazienza. Quindi gli occhi le caddero sulla mensola del camino dove sedevano le sue tre bambole preferite, fatte a mano, e una di loro doveva somigliare a lei quando aveva cinque anni.
"Liz... adesso ti racconterò una storia!" Sorrise. "Così capirai perché papà sarà a casa in tempo!"
Prese le tre bambole e le mostrò alla bambina.
"Sai come ho ricevuto queste bambole?" Chiese la donna. Liz scosse la testa in segno di diniego. "Siedi qui..." La invitò accanto a lei.
Lei due si accomodarono accanto al fuoco e la donna cominciò il suo racconto.

* * *

Era quel periodo dell'anno, di nuovo.
Tutti erano in procinto di appendere fiori e decorazioni alle finestre, il pane intrecciato, il grano, quelle cose là e anche se era bel tempo, caldo e soleggiato, Natale sarebbe venuto ugualmente e sarebbe stato Natale.
Lo odiavo. Avevo solo cinque anni ma lo odiavo. Perché ogni anno non importa quanto profondamente e sinceramente pregassi Gesù bambino affinché esaudisse il mio desiderio... non importa quanto buon fossi state le due settimane prima di Natale - e due settimane di solito sono abbastanza per imbrogliare Gesù bambino e fargli credere che ero stata buona tutto l'anno, credi a me - ebbene nonostate io chiudessi io miei occhietti e i miei pugni forte forte e mi concentrassi sul mio solo, unico desiderio... papà non sarebbe stato a casa per Natale.
Sarebbe partito per lavoro e si sarebbe dimenticato di me.
La signora Piazza aveva fatto crescere del bel grano bianco in forma di stella e cuoceva, come sempre, un Presepio fatto di pane: aveva fatto San Giuseppe e la Madonna, cotto troppo il bue e definitivamente bruciacchiato l'asinello. Come sempre. Era una tale esibizionista!
La mamma era in giardino e stendeva il bucato al sole: una, due, tre bandana. Tutti neri con piccoli teschietti e spade bianche ricamati a ogni angolo. I bandana di papà. Canticchiava un motivetto allegro così in contrasto col mio umore nero.
"Mamma, perché stai lavando i bandana di papà?" Le chiesi.
"Oh, pensavo che gliene potrebbero servire di più per il suo viaggio!" Mi disse.
"Perché? Parte?"
"Sì, tesoro."
"Di nuovo?" Gridai.
"Oh, tesoro... lo sai che questo è il miglior periodo dell'anno per papà per andare per mare e assaltare navi!" Mi rispose.
"No, no e no!" Mi gettai a terra e presi a strepitare scalciando e tirando pugni, capricciosamente, strappando l'erba e gridando tra i singhiozzi.
Proprio come fai tu quando vuoi qualcosa che non puoi avere.
Questo non avrebbe cambiato la realtà dei fatti, però: papà era un pirata, avrebbe preso i suoi bandana, avrebbe lasciato l'isola di Marzo e sarebbe andato a saccheggiare navi il giorno di Natale.
"Oh mamma mia!" Scosse la testa la mia mamma. "Su, non essere sciocca... vai a fare colazione!"
Quindi tornai in casa, spostai la sedia vicino al tavolo e mi ci arrampicai. Una ciotola di latte mi stava già aspettando accanto a una fetta di pane, una pera e del formaggio. Mi piaceva sbriciolare il pane, buttarlo nel latte e affondarne i pezzi col cucchiaio.
"Là! Nel fondo dell'oceano!" Dicevo e poi mi ritrovavo a pensare che forse il mio papà aveva cominciato a quel modo. Forse da bambino gli piaceva affondare le molliche di pane nella sua ciotola, come facevo io... e poi aveva finito con l'affondare le navi altrui. Il solo pensiero mi fece rabbrividire, spostai la ciotola e lasciai andare la posata.
Ero così persa in questi profondi e complicati pensiri da non accorgermi delle due faccine felice che mi spiavano dalla finestra. Una delle due raggiungeva appena il davanzale mentre l'altra quasi sfiorava lo stipite.
"Morsel... morsel..." Il più alto bussò alla finestra.
Mi voltai e finalmente vidi i fratelli Van Hood, i miei migliorissimi amici.
All'epoca Sean aveva due anni in più a me ma mi superava in altezza solo di qualche centimetro. Aveva capelli biondi, occhi verdi e grandi e somigliava tantissimo a suo padre. Il suo naso sembrava un bottone e il viso era invaso da lentiggini non appena restava un minuto di troppo al sole. Kyle aveva quindici anni. Beh, allora c'erano ancora persone che lo chiamavano col suo vero nome: Kellyngthon Marion Van Hood ma era meglio evitare se volevi restare in vita. Kyle raggiungeva già quasi il metro e ottanta centimetri e sembrava che non volesse fermarsi là. Era bello robusto anche, popolare con le ragazze dell'isola - ma la sua vera fidanzata ero io - e aveva la strana abitudine di non mangiare animali che aveva... conosciuto personalmente. Lo fa ancora, vero? Avevo una tale cotta per lui!
A ogni modo, saltai giù dalla sedia e corsi fuori dai miei amici e corsi a rifugiarmi tra le braccia del principe dei miei sogni. Ci avviammo alla fonte, quella dove le donne vanno a fare il bucato, nella piazzetta dabbasso, e avevo un tale muso lungo che... non si poteva non notarlo.
"Che cos'hai, amore?" Mi chiese Kyle. "Non sembri affatto felice oggi!" Mi mise giù e si sedette sul bordo della fonte per guardarmi più da vicino.
"Papà sta per ripartire!" Risposi. "Odio il Natale!"
"Non lo dire o Gesù Bambino non ti porterà nemmeno un regalo!" Disse Sean con la lispa.
"Non c'è nessun Gesù Bambino! E non c'è nessun Natale!" Risposi allora, battendo un piede a terra.
"Vieni qui..." Kyle mi prese nuovamente in braccio. "Non voglio che parli così... solo perché il tuo papà non sarà a casa per Natale non vuol dire che Gesù Bambino non verrà da te!"
"Non mi importa dei doni! Non voglio niente! Voglio papà a casa per Natale!"
Era davvero tutto ciò che desideravo. Ero stanca di restare seduta, sola, davanti al camino il mattino di Natale ad aprire i regali degli zii, era troppo triste. Per di più continuavano a regalarmi calze!
Proseguimmo il resto della giornata in santa pace, come sempre, andammo a passeggiare sulla spiaggia e poi passammo allo stagno per catturare girini e rane. Kyle cadde perfino in acqua. Nel pomeriggio ci sedemmo sotto un grande ippocastano sulla collina, dove Kyle ci leggeva sempre tante storie. Era davvero gentile da parte sua trascorrere tanto tempo con noi, in effetti non era una cosa che avrebbe dovuto fare, a quell'età, ma adorava suo fratello e penso proprio che si divertisse con noi, la maggior parte del tempo. Ovviamente verso le cinque del pomeriggio ci lasciava: Sean restava a giocare nel cortile di casa mia, con vermi e fango, e lui andava a trovare le sue ragazze. Ne aveva più di qualcuna.
Sean e io lavoravamo a tunnel, laghi, canali. Eravamo capaci di costruire intere Venezie di fango, non che avessimo effettivamente mai visto Venezia, poi finivamo nella tinozza attorno alle sei dove la mamma ci lavava, insieme, ci vestiva per bene ci preparava la cena e poi ci metteva a letto. Era come avere un fratello gemello attorno tutto il tempo. Sean restava a dormire da me molto spesso oppure Kyle passava a prenderlo al suo ritorno a casa e se lo portava a cavalcioni fino al castello dei Van Hood.
"Non capisco..." Dissi loro un giorno. "Non chiedo tanto... dopotutto sono davvero una brava bambina... papà dovrebbe darmi la luna e le stelle per Natale... e invece io non chiedo altro! Voglio solo che stia con me per Natale!"
"Che noia... andrà via comunque e allora piantale!" Si lamentò Sean.
"No tu piantala!"
"No, tu piantala!"
"No, tu!"
"Tu."
Inziammo a litigare.
"Bambini, basta." Gridò Kyle. "Però ha ragione lui, Morsel... non possiamo farci nulla!"
"Nemmen tu?" Gli chiesi. Allora credevo davvero che Kyle potesse fare qualunque cosa.
"Io?" Parve sorpreso. "Oh no, davvero tesoro hai capito male... io... sono un ragazzino, come te... I grandi ancora non mi ascoltano."
"Ma tu sei grande!" Gli dissi.
"Bimba, sono solo alto!" Sospirò.
Anche Sean sembrava deluso, in qualche modo, perché tutti e tre sedevamo sui gradini di casa mia e sembravamo il ritratto della desolazione. Nemmeno Kyle aveva potuto trovare la soluzione al problema, mentre di solito riusciva a trovare soluzioni anche per i casi più tragici: come quando non riuscivo ad arrampicarmi sul ciliegio perché i rami erano troppo alti e si arrampicò lui per me o come quando il dente di Sean aveva iniziato a muoversi e lui era riuscito a cavarglielo.
Beh, di tanto in tanto anche Sean aveva buone idee. Una volta costruì una tenda sotto una grande quercia, fu attaccato dalle vespe e per scacciarle accese un grande fuoco per affumicarle. Certo, quella volte appiccò il fuoco all'albero per errore e fu Kyle a estinguere l'incendio. Già... beh, però le vespe andarono via lo stesso, no?
Poi accadde. Un pomeriggio ritornavamo a casa mia dal pollaio del prete, dove avevamo appena giocato un brutto tiro alle galline - eravamo bambini terribili, a volte - ed ero coperta di piume. Stavo cercando di togliermele dai capelli quando andai a sbattere contro un gruppo di ragazze. Sbucarono fuori da dietro un angolo, iniziarono a ridacchiare verso Kyle, accarezzarono la testa di Sean e mi ignorarono completamente.
"Perché sei sempre appiccicato a questi marmocchi?" Chiese Gina. Oh, quanto la odiavo. Vedi, Kyle avrebbe sorriso quel suo piccolo sorriso, con un angolino della bocca, avrebbe ammiccato, sollevato le sopracciglia e inclinato la testa di lato... il che significava che era interessato a lei.
"Non sempre... sono appiccicato anche a te, a volte." Le ghignò di rimando.
"Vieni a farti un giro con noi?" Chiese un'altra ragazza.
Iniziarono a saltellargli attorno come piccole farfalline svolazzanti. Non so tu ma io le farfalline le discaccio e quindi mi feci avanti e pestai il piede di una delle ragazze. Peraltro non erano ancora le cinque.
"State lontane da lui, tutte quante!" Puntai un dito contro di loro. "Non mi piacete!"
Kyle si indispettì con me.
"Ehi, che maniere, Morsel, non sei tu chi decidi chi sono miei amici!"
"Già, chi sei tu per decidere?" Gina mi spintonò.
Sean venne in mia difesa.
"Non spingerla, stregaccia!"
"Lui è il mio fidanzato!" Dissi io.
"Pensavo che Sean fosse il tuo fidanzato!" Rise l'altra.
"Anche lui!" Annuii.
Li amavo entrambi tantissimo ed ero convinta che avrei potuto sposarli entrambi.
"Non puoi fidanzarti con tutti e due!" Si lamentò Sean. "A che cosa ti serve lui?"
"Su, Morsel, sei ancora troppo giovane per fidanzari... torna a casa con Sean... ne riparleremo tra qualche anno!" Kyle rise con loro. Ero davvero delusa. "Se sarai dello stesso avviso..."
Fu allora che pestai anche il piede di Kyle e scoppiai in lacrime.
"Sei cattivo! Non ti amo più!" Gridai dandomi alla fuga.
Fu la nostra prima lite. Tornai a casa, drittta a letto, senza cena e la sensazione che sarebbe stato il peggior Natale di tutti i tempi si fece strada in me.

* * *

"E poi cos'è successo?" Liz sembrava molto interessata.
"Non saprei dirlo... o meglio non sapevo dirlo allora... ma lo immagino ora..." Sospirò Morsel.
"Cosa?"
"Beh, rifiutai di vedere i ragazzi dopo il fatto... e non volevo più essere loro amica..."
"Davvero?"
"Già, ma loro non avevano rinunciato a me."
"E cosa fecero?"
"Decisero di farsi perdonare!" Sorrise Morsel. "Quando mi svegliai la mattina di Natale trovati Luna e Stelle di carta appese al soffitto della mia stanza!"
Liz rise.
"Visto?"
"E questo cosa c'entra col fatto che papà non è ancora tornato a casa per Natale?" Mormorò la piccola.
"Quell'anno, tuo padre e tuo zio iniziarono una tradizione... ogni anno, per Natale, cercarono di darmi la cosa che avrei potuto desiderare di più, eccetto avere mio padre con me!"
"Tipo cosa?"
"Una volta costruirono un baldacchino per il mio letto. Un'altra volta prepararono una grande cena da mangiare tutti insieme... poi... ci fu un anno in particolare..."

* * *

Il Signor Van Hood aveva deciso che Kyle sarebbe stato medico e Sean un notaio. Quando Kyle compì vent'anni fu costretto a lasciare l'isola per andare a studiare a Londra- e Sean doveva seguirlo al compimento del suo quindicesimo compleanno. Le sue fidanzate erano molto tristi ma io ero quella più distrutta dall'idea di non poterlo vedere per tanto tempo. Poi, nel giro di tre anni, anche Sean sarebbe andato via e io sarei rimasta tutta sola come non lo ero mai stata prima d'allora.
Eravamo molto vicini, noi tre, specialmente dopo l'incidente mio e di Sean. Vedi, io e Sean ce n'eravamo venuti con la felice idea di saltare giù dalla cascata dello stagno con la barca. Certo, è una cascata molto piccola, nemmeno quattro metri, ma per noi era pur sempre una grande avventura. La barca però perse il controllo, era pesante, perdemmo i remi e fummo capovolti toccando un sasso e, in quel modo, ci dirigevamo verso la cascata. Prima che potessimo cadere sui sassi Kyle ci prese al volo e andò giù al posto nostro. Si ruppe un'anca... ed ecco perché zoppica un pochino anche adesso. Il senso di colpa che io e Sean provammo per aver causato un simile incidente cementò la nostra già fortissima amicizia. Stringemmo un patto che non avremmo mai più fatto del male al nostro Kyle perché gli dovevamo davvero molto.
A ogni modo stava per lasciarci. Quanto ci redenva tristi quella notizia!
Ci dirigemmo a passeggio verso la fontana e io come sempre bofonchiavo le solite lamentele.
"Papà sta per ripartire!" Non gridavo più, davvero, mi ero arresa all'idea che non sarebbe stato a casa per Natale.
"Qual è dunque il tuo desiderio per quest'anno?" Chiese Sean.
"Vorrei tanto restare per sempre insieme noi tre." Risposi, tristemente.
"Lo sai che non è possibile." Sospirò Kyle. "Questa è un'altra di quelle cose sulle quali io non ho controllo..."
"Lo so..."
"Non è ancora crescito del tutto!" Sean amava stuzzicarlo.
"Posso prometterti una cosa però..." Mi prese in braccio. "Un giorno ti regalerò il Natale perfetto!"
"Eh, la vita non è perfetta!" Disse il fratello m


inore.
"Ma non mi dire..."
"Certo, guarda il mio caso... sono Olandese e sono incastrato su un'Isola affollata da seicento italiani... trecento dei quali sono rumorosissimi pirati. E tutti vogliono o rubarmi qualcosa o vendermi qualcosa... o rivendermi qualcosa che mi hanno precedentemente rubato..."
Non dimenticherò mai come Sean si sentisse poco a suo agio sull'isola. Non riusciva ad adattarsi. Il fatto di avere me e suo fratello rappresentava una grande consolazione.
Quell'anno per Natale trovari ad attendermi sul davanzale della mia finestra tre bambole. Somigliavano a me, Sean e Kyle. I capelli erano fatti di lana e gli occhi con bottoni.
L'idea di base era che, anche se non potevamo stare sempre insieme, ci saremmo comunque sempre stati l'uno per gli altri e viceversa. Quel regalo fu la più bella sorpresa di tutta la mia vita. Sean e Kyle spiarono in casa per vedere se mi fossero piaciute le bambole e li vidi farmi un cenno di saluto con la mano, le dita bendate. Le avevano cucite tutti da soli. Ovviamente era evidente che questi ragazzi non erano tagliati per il cucito!
Corsi ad abbracciarli, felice e commossa, mi biaciarono sulla fronte, i miei migliorissimi amici!
In qualche modo, anche se il mio desiderio non poteva realizzarsi quell'anno, saremmo sempre rimasti insieme.

* * *

"Ho dormito con queste tre bamboline per tanti anni... ecco perché sembrano vecchie e logore!" Concluse Morsel. "Sono il mio tesoro più prezioso..."
"Non dormi più con loro?"
"No, cara, almeno uno di loro è l'originale adesso..." Sorrise tra sé e sé.
All'improvviso la porta dell'androne si aprì e una gallina fece il suo ingresso, starnazzando.
"Un gallo!" Esultò Liz. "Papà si è ricordato!"
"Quello non è un gallo... è una gallina!" Rispose Morsel.
"No, ce l'ho già una gallina... quindi è un gallo!" Liz prese a correre dietro la gallina, allegramente.
In quel momento Sean fece il suo ingresso, si tolse il mantello bagnato e lo poggiò su una sedia.
"Che idea! Darle un'altra gallina... come se non bastasse quella che abbiamo!" Si lamentò la donna.
"Temo che sia quello che ha chiesto per Natale!" Sorriso l'uomo. "A dire il vero penso che avesse chiesto un gallo ma visto che la vecchia gallina ha smesso di fare le uova abbiamo pensato di unire l'ultile al dilettevole!"
Liz stava ancora correndo dietro l'animale.
"E suppongo che questa sia un'idea di tuo fratello..." La donna corrucciò la fronte.
Sean sorrise. La porta si aprì nuovamente e qualcun altro entrò nell'androne.
"Kyle? Perché hai preso a Liz un'altra gallina?" Si avviò verso il nuovo arrivato, blaterando e andando a sbattegli quasi contro. L'uomo fece un passo verso la luce, rivelando due piccoli occhietti blue, un naso puntuto e un sorriso embarazzato. Ma lo sguardo di Morsel era fermo su un bandana nero, ricamato con piccoli teschietti e spadine bianchi a ogni suo angolo. Kyle spuntò alle sue spalle e lo spinse in avanti, sorriso il suo piccolo sorriso, con un angolo della bocca, sollevò le sopracciglia, ammiccò e piegò la testa di lato.
"Credo di aver trovato il regalo per un perfetto Natale, quest'anno..." Le disse.
Solo allora la donna comprese, guardò suo padre, mise tutti i pezzi insieme: Kyle non aveva mai dimenticato, mai rinunciato.
"Papà..." Si portò le mani alla bocca. "Papà a casa... per Natale!"
La madre di Morsel fece il suo ingresso nella stanza e tutti si riunirono attorno a lei che con occhi colmi di lacrime fissava il padre.
"Buon Natale, amore!" Kyle la abbracciò forte e le baciò la fronte.
Era quel periodo dell'anno, di nuovo, quando le famiglie riunite litigano o celebrano la fortuna di essere nonostante tutto tutti insieme. La cena era pronta. La stanza era decorata. Tutti sembravano felici. Kyle accarezzò la testa della sua bimba, andò a sedersi a capo tavola davanti a un bel piatto di patate arrosto, il suo piatto preferito. Guardò sua moglie negli occhi e seppe: le feste… le amava, aveva 25 anni e le amava!


Papà a casa per Natale

----- FINE -----

Monday, February 11, 2008

Waiting for the book trailer....


Letter to the mayor of Rome...
I went to the dragon parade and it was a real mess... people squeezing close together, no barriers, the dragon could not move, kids were touching the dragon... it arrived in the square to dance and there were folks climbed up on walls and monuments, they danced in an enclosed space but you could see nothing because of the baloons they were giving away.
I guess if they had the barrier along the way, the artists would have danced along the way and everyone would see.
Organization: zero!
Respect shown to the tradition: 20 below zero!
for everything else... there's the mayor of Rome!
So I wrote a complaint!

Gentile Signor Sindaco di Roma,
io non sono residente a Roma ma trascorro il 90% del mio tempo nella Sua città. Anche nel mio giorno di riposo mi piace portare i miei anziani genitori a passeggio per Roma. Ieri li ho portati a vedere la parata del dragone cinese... evento del quale avevo letto sui numerosi cartelloni che tappezzano la città e la metro. Che delusione! Il servizio d'ordine era inesistente! Io non so quali fossero gli accordi presi con la comunità cinese ma ho vissuto per 9 anni a San Francisco e Le posso assicurare che la parata del dragone in quella città è un atto di fratellanza e comunione tra le comunità principali composte dai suoi abitanti. Loro transennano la strada lungo la quale avverrà la parata, il sindaco apre la parata e dietro di lui sfilano gli artisti cinesi: Il drago, i leoni danzanti, le divinità del tuono e del fulmine, la banda, le scuole di arti marziali, i bambini con le lanterne e persino i boyscouts! Io mi sono piazzata col mal di schiena dei miei genitori nelle orecchie, a Via Condotti alle 2:15! La parata è iniziata alle 15:00 e alle 16:00 il drago era ancora all'altezza della Rinascente! Mio padre, spazientito, ci impone di avvicinarglisi (mentre io gli dico che non è il caso di andare a formare ulteriore impedimento) e cosa vedo? I poveri artisti cinesi con le pertiche in mano che riescono appena a muoversi in una calca immane di gente attorno, ragazzini che afferrano i lembi del drago e lo tirano, e gli artisti della coda che non riescono nemmeno a fare scodinzolare la povera creatura che, in quella bolgia, onestamente, di scondinzolare non aveva motivo. Non appena il corteo si dirige nella parte stretta di via del Corso la calca si fa insopportabile, noi fuggiamo via dal miasma e faccio solo in tempo a lanciare un'ultima occhiata per vedere il drago, tutto accartocciato che prova a farsi strada a gomitate tra la folla. C'è anche quello che fuma sul collo dei suonatori! Dopo via Condotti se la sono fatta di corsa fino a Piazza del Popolo perché non ce la facevano più e lì, in uno spazio delimitato ma ampio abbastanza iniziano a fare il loro spettacolo ma... non si vede niente a meno che non sei attaccato alla transenna e c'è gente appollaiata sui muraglioni che vanno su per il Pincio e non c'è uno straccio di vigile che fa scendere la gente arrampicata sui monumenti! Ovviamente, mentre la parata aveva luogo, le auto facevano su e giù per via del Corso come se niente fosse. L'unico vigile che ho visto... faceva strada a una macchinetta per le pulizie, che puliva via Condotti e che ha smesso di pulire a tre metri dalla fine della strada (magari ci pensano gli spazzini di via del corso a farsi quel pezzo - magari no e ci si forma un maelstrom di cicche a terra!). Insomma devo essere io, da fuori a dire che Roma in mano ai romani è un spreco? Con tutte le belle iniziative che fate e che si potrebbero fare (com'è che non viene reintegrato il carnevale romano con la battaglia dei moccoletti?) ma davvero sarebbe stata una cattiva idea fare dipanare la sfilata come si deve così il drago lo spettacolo lo faceva lungo il corso e lo vedevamo tutti? Bella idea quella di dare i palloncini ma erano tenuti dalle mani dei bambini issati e ammainati di volta in volta dalle spalle dei genitori e quindi ho dovuto sbirciare tra un fascia rosa/arancio e le teste delle persone davanti a me. C'è un Homer Simpson svolazzante in ogni mia foto e sto maledetto è volato via solo quando oramai era tutto finito! Spero che questa mia lettera possa fornirLe spunto per l'anno prossimo, per non commettere gli stessi errori. Voglio che Lei sappia che c'era un'ambulanza sul Pincio, secondo me qualcuno è caduto dai muretti e si è fatto male. Eventi del genere non si possono organizzare per metà e fare affidamento sulla buona educazione della gente: siamo italiani, la buona educazione non è sinonimo di furbizia in questo Paese! La ringrazio per la cortese attenzione, Buona giornata e buon lavoro, Deborha Daniele

Drago mangia Homer.
(dragon eats homer)






Homer....








...infastidisce drago!

(...pesters dragon)

Tuesday, February 05, 2008

What about Mardì Gras.

What? Did you think italy did not celebrate it at allo? Why it came from Europe and in Italian is called: Carnevale. Carnevale literally means: meat is still allowed. Tomorrow is wednesdays of the ashes, lint begins and meat won't be allowed anymore. How do we celebrate then this festival of fools in Italy? In many many ways depending were you go.
Venice has fancy smancy costumes, San Remo has chariots made with only flowers, if you go to Viareggio you might see some of the funniest papier maché carts ever and if you go to Ivrea, you'd see the battle of the oranges.
I went to Ivrea last year and it was so much fun.

This year I had to work so I just went to my dad's home town, Pontecorvo, to see how people in Smallville It.a.ly celebrates Carnevale.
They dress up, have fun, drink a little, play pranks at each other... unlike fondi were they only play stupid pranks and people ends up in jail (but they should be forced to fix what the wreck!)...
So what's the picture about? why am I showing the ceiling?
well this year my parents decided to catch two birds with a stone, we went to the farm house for a nice meal and so that I could work close to the fireplace... and they decided to hang sausages to dry on the ceiling.
I am not kidding, here they are:

Mhhh sausages... right? yeah! I don't eat them... so I only find them to be a pretty interesting looking type of decoration for my ceiling.
Supposedly with the fireplace going they will dry up and we can put them in a jar, under void, with olive oil.
They might be a little spicy but they don't look orange to me so I guess the spiciness will fade off while they dry up there.
The smoke form the fireplace is also supposed to do something to them.

Personally I think there's nothing better than a nice fire to grill mushrooms.
if you melt cheese on top of them they taste even better.
but these are just regula mushrooms and salt and they aren't bad at all.


and artichokes too.
yummie.







after the mushroom and some bruschetta with olive oil
there's nothing better than a good dish of pasta.
this type of pasta is called anelletti... it's like Sicilian Lasagna.
There's many different types of baked pasta in Sicily, not only lasagna, there's pasta and broccolo and anelletti... they are called "pasta mpustata" or "timballi" simply because the pasta placed in the baking pan sticks together like lasagna does and stays in a shape.
what I like about this type of pasta is the fact it is... crunchy!
it's very simple to make, natuzzo, if you find the type of pasta I can give you the recipe.

Dessert. You only get these During Carnevale, first to the right: Cacchiere (in Tuscany they are called Cenci, in the south they are also called Frappe). These are baked but the round one are fried, they are light and crunchy and lightly sweet. The big round ones are fried and have a lemon flavor to it (the peel of the lemon especially) it's dipped in sugar and it's soft. In Fondi they call them Struffoli but actually the resto of Italy calls Struffoli the little ones to the side (that in Fondi are calle ciciarelli - small chick peas).
Now the small chick peas ones are my favorite. They are small round cookies, supercrunchy and they are covered in honey. They have a light lemon flavor and usually are served on lemon leaves. if the honey is good this thing is Heaven!
Not much of a selection of Carts in Pontecorvo but at least they don't run around destroyng people orchards to steal oranges and emulate Ivrea or tossing rotten eggs at you (no, this is what the people fo my discomunicated since 1371 town would do - I have to believe that 700 years of discomunication does something to people, it can be that all the sons of satan live here! XD LOL).

but let's not talk about Discomunicatedland, here's a funny cart about the devil of gambling.
apparently Italians are pretty poor but spend still millions to gamble. Hunger does that to someone very desperate to pay to get a bit of luck and have a life changing miracle happen.

Heads down - name of the piece.
that's how our lives went.

not many other carts deserve to be nominated here! XD I believe this ones came in first and second and, oh, I forgot to mention: they moved.

left to right the first one and up and down this one.

Although the best thing of them all was my own little Calcifer talking to me the whole day!
I made sure to feed him properly too.

Monday, February 04, 2008

This picture is a place holder.

Brioche col gelato.

I have a beautiful memory conncted to a Brioche with gelato.
One summer, a few years ago, some people started saying that the Virgin Mary had appeared in the garden of an old man in Aspra, Sicily. I was there for vacation, of course, and the garden was close to a nice gelateria. We had left our town to go to Aspra with the idea of getting a nice gelato: my sister, my great auntie Caterine, her son, my auntie Elisa and I.
The newspapers had talked about it too, interviewing the children about the appearance, but every single child had seen a different Virgin Mary which was, already, pretty suspicious. A girl said that the Holy Mother had put a little shiny star in her hand.
Off we go for gelato but we end up at the sighting scene because my great auntie wanted to see the madonna. It was crowded.

All of a sudden the crowd starts roaring: there she is! I see her!
Someone points at the sky, someone else at the figue tree and there's always the one pointing in the wrong direction, at the house.
A lady standing next to us says: she is so tiny tiny, all dressed in blue, sitting under the tree.
So I tell her: the children said she was clad in white.
Yes - she replied - she is a little white and a littel blue, more white than blue, but white too.
We were holding on to the fence and we saw nothing. Everyone else saw but we did not.
So my sister said: these people really make you believe you led the life of the sinner since they all can see her and we cannot.
my cousin replied: I think the kids climbed the fence to go steal the figues, the old man came out to cane them and they fell on the knees yelling the Virgin Mary, the Virgin Mary!
We started laughing and people were giving us the evil eye. In the meantime in the orchard the kids were fainting, yelling, had convulsions... and people were moving in histerical waves.
All of a sudden everything turns silent and at that very moment my cousin says to his mom: mamà, why don't we go see a nice brioche col gelato instead? if theVirgin Mary wants to she'll join us later!

We had to run away but... in the end we got the brioche and it was oooh so good!

Ho un bellissimo ricordo legato alle brioche col gelato.
Un'estate dissero che compariva la madonna nel giardino di un vecchietto nel paesino di Aspra.
Proprio vicino una bella gelateria. Noi eravamo partiti con l'idea del gelato ma la mia prozia caterina voleva andare a vedere la madonna. I giornali non facevano che intervistare i bambini che l'avevano vista ma ognuno aveva visto una madonna diversa, e già questo era sospetto, una bimba diceva che la madonna le aveva messo una stellina in mano.
Partiamo per vedere sta madonna, io, mia sorella, mio cugino, sua mamma caterina e la mia zizzì elisa.
Una bagno di folla.

A un certo punto si sentono boati, gente che fa: talè talè ddra è!
(guarda è là)
e chi punta in cielo, chi sotto la pianta di fico, chi vicino la casa.
Una signora vicino a noi dice è nicuzza nicuzza ed è seduta sotto l'albero, vestita di azzurro.
E io faccio: signora i bambini dicono che era vestito di bianco.
e lei: sì è anche un po' bianca, più bianca che azzurra, ma anche azzurra!
Vabbé, noi eravamo aggrappati a una rete di ferro e guardavamo nel cortile. Tutti che la vedevano e noi niente.... mia sorella fa: mah, questi veramente ti fanno pensare che nella vita hai seguito una condotta peccaminosa, tutti che la vedono e noi no!
mio cugino: secondo me i bambini sono entrati per fottersi i fichi, è uscito il vecchietto con un colpo di canna e si sono buttati a terra urlando A maronna a maronna!
Noi giù a ridere e la gente che ci guardava male. Intanto i bambini dentro gridavano, svenivano, si facevano venire gli spasimi... la gente si muoveva a onde isteriche.
A un certo punto tutto tace e si sente mio cugino nel silenzio più totale, rivolgersi alla madre: mamà ma se ci andiamo a vedere una bella brioscia col gelato invece? se la madonna proprio vuole ci viene a trovare lei!

ce ne siamo dovuti scappare ma la brioche era proprio buona.