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Wednesday, January 07, 2009


La chimicalchimia?

La cucina è un misto di arti magiche e scienze logiche che portano alla creazione di opere d'arte commestibili e tangibili con tutti gli altri sensi. Per lungo tempo, tuttavia, nella Città del Re del Sole la convinzione che la cucina fosse opera assoluta di Alchimia non lasciava spazio a nessun'altra teoria. Fu quando la cucina reale del Principe Alfredo lanciò un bando di concorso per una nuova ricetta del pollo fritto che Paiolo dei Paiolis mise in discussione questa teoria e la mise con la pratica.
La vecchia Marta, l'alchimista capo della sua linea di cuochi, decise di andare in pensione all'improvviso e Paiolo si ritrovò a fare assunzioni intervistando centinaia di applicanti.
Era un cuoco rinomato, il suo ristorante era molto visitato, ma per la creazione del pollo fritto da proporre alla cucina reale aveva bisogno di una voce fuori dal coro.
Dalla Città delle Scienze giunse, un giorno, una ragazza di nome Clara. Era appena uscita dall'Università e cercava impiego nel suo mondo che era, però, diventato troppo stretto. Clara era convinta dell'assoluta infallibilità della chimica: glielo avevano spiegato a scuola e lei non solo ci aveva creduto ma concordava in pieno... altrimenti sarebbe andata altrove, no?
Non era persona da fermarsi a discutere con chi non la pensava come lei e aveva pensieri fissi in testa, come le sue convinzioni, che parevano avvitati e saldi e irremovibili.
La carenza di lavoro spinse Clara a cercare impiego nel più impossibile dei luoghi, proprio la Città del Re del Sole. Nessuno credeva nelle scienze e la chimica era fandonia tanto quanto quella storia che il sole fosse fermo.
Fu così che finì, col suo curriculum alla mano, nella fila di applicanti a ruolo di alchimista del cuoco Paiolo de Paiolis. Si presentò a lui vestita in bianco, un colore prettamente asettico che avrebbe dovuto ispirargli fiducia - questa persona è igienica!
Paiolo squadrò il curriculum, poi la ragazza, da capo a piedi. Si lasciò cadere il foglio alle spalle e il suo pensiero fu: bella gnocca davvero! Non posso assumerla!
Se voleva creare il pollo fritto per la cucina reale una distrazione sul lavoro gli sarebbe costata ed essendo profondo conoscitore delle proprie debolezze, riusciva a prevedere con esattezza come l'avrebbe sedotta, abbandonata e che il lavoro sarebbe diventato un inferno.
"Il prossimo!" Annunciò quindi, scartandola.
"Un momento!" Disse Clara. "Perché?" Non c'era spiegazione logica in cielo né in terra che potesse motivare quello scarto.
"La cucina è alchimia, a me serve un alchimista!" Le rispose l'uomo.
"La cucina è chimica... i cibi sono fatti di molecole che combinati assieme producono formule chimiche di successo. La gente non lo sa ma taluni sapori non si combinano perché la combinazione di acidi e di basi produce solo neutri." Le faccio un esempio. Si alzò e pur non avendo mai cucinato nemmeno un uovo al tegamino in vita sua, decise di mettere insieme un intingolo seguendo la formula chimica di base degli elementi da mescolare.
Il risultato fu una sorta di salsa rosa, dolciastra posta su un uovo sodo.
Non era eccelso.
Non era particolarmente gradevole all'occhio.
Era tuttavia diverso e interessante e, partendo da quelle basi, Paiolo alzò gli occhi al cielo, folgorato, prese un pizzico di spezia rossa, un po' di crema bianca, si fece passare del liquore e aggiunse qualche erba.
"Questa sarà la piscina dei mie gamberi!" Disse. Tuffò un crostaceo nell'intingolo e lo assaggiò. "Mhh." Ripeté il gesto e infilò il gambero in salsa rosa nella bocca della chimica.
Per un attimo si rifletterono l'uno negli occhi dell'altra con una strana sensazione di vittoria e di pericolo annidate in fondo allo stomaco.
Paiolo si disse: stavolta sarò bravo, voglio provare!
Clara si disse: questo tizio non mi piace ma sa il fatto suo!
Il cuoco si voltò verso gli altri applicanti e disse un vigoroso: Arrivederci e grazie!
Una chimica era entrata a far parte della sua cucina.

* * *

La notizia che Paiolo de Paiolis stava lavorando con un chimico mise stranamente a proprio agio i cuochi rivali che partecipavano al concorso. Si rilassarono e si concentrarono sul condimento e le spezie per il pollo, mentre nelle cucine si chiacchierava e rideva della faccenda.
Paiolo, dal canto suo, decise di concentrarsi sulla frittura di per sé. Prese a sperimentare con gli olii, con le loro temperature e gli strani strumenti utilizzati da Clara si rivelavano molto utili: termometri li chiamava e alambicchi.
"Vedi, Clara." Le disse un giorno. "A me piace l'olio di canna. E' una pianta che cresce solo da queste parti e rende il sapore dei piatti tipico... nostrano. Il problema con l'olio di canna è che quando cuoce troppo si produce un fenomeno che nella mia lingua si chiama Ilflating per cui tutto diventa amaro."
"Capisco." Rispose lei. "Si bruciano le particelle in sospensione... beh, bisogna cuocere a temperatura più bassa!"
"Ma così la frittura si appesantisce."
La ragazza parve pensarci un po' su.
"Se non possiamo alzare la temperatura dell'olio ci toccherà abbassare quella del pollo." E mise la pietanza in ghiacciaia. "Ora tutto sta nel calcolare esattamente la permanenza del pollo al freddo."
Il cuoco si sorprese. La soluzione era talmente elementare... da essere logica!
La logica a loro mancava, nella Città del Re del Sole, questa Clara oltre a essere belloccia era anche tanto intelligente.
Mentre il cuoco cucinava, la ragazza tirava fuori un libercolo rosso e lo leggeva e rileggeva.
Uno degli assistenti cuochi si fece curioso.
"Ma cosa fai, studi?"
"Certo. Non si finisce mai di imparare."
"Io pensavo tu avessi finito le scuole."
"Oh, sì, è vero ma voglio fare un esame di abilitazione per lavorare in proprio!" E rimetteva il naso nel libercolo.
Le sperimentazioni sul pollo fritto andarono avanti per settimane. La storia della temperatura sembrava funzionare anche se il piatto, verrebbe da dire, non era ancora cotto a puntino.
Ovviamente tutto questo lavoro andava fatto dopo l'orario di chiusura del ristorante e, durante il giorno, Clara doveva fungere da alchimista - facendosi una vera e propria cultura sul ruolo rivestito da un alchimista da cucina.
Non appena il ristorante chiudeva e i cuochi appendevano il grembiule al chiodo, Paiolo tirava fuori il pollo dalla ghiacciaia e i due cominciavano a lavorarci su.
A metà nottata il cuoco preparava uno spuntino e i due facevano una pausa.
"Mhhh che buono." Sospirava Clara. La pietanza davanti a lei sembrava fatta su misura per il suo palato. "Da dove ti vengono certe idee?"
"Dalle tue emozioni." Le rispose. "Cucino quello che la persona davanti a me vorrebbe sentirsi cucinare." Sorrise poi in maniera affascinante.
"Davvero? E da cosa lo deduci?"
"Da tante cose... da come guardano, da come si toccano i capelli, dalle cose che dicono... capisco se una persona è irrequieta e ha bisogno di essere calmata, se è triste e vuole essere consolata o se ha bisogno di dolcezza."
"Ecco a proposito di dolcezza..." Si lamentò lei. "Questi spuntini stanno diventando sempre e sempre più dolci... lo hai notato?"
"Purtroppo." Sospirò lui.
Si fissarono in un silenzio imbarazzato.
"Mah, torniamo al pollo." Propose Clara pulendosi col tovagliolo.
"Ecco, sarà meglio." La seguì a ruota.
Due giorni dopo si piombarono tra le braccia per festeggiare la riuscita dell'olio di canna a bassa temperatura.
"Leggero e croccante!" Rise lui.
"Assolutamente perfetto!" Confermò lei.
"Grazie, grazie, non ce l'avrei mai fatta senza di te!" La strinse forte a sé.
Clara lo spinse via e gli porse la mano da stringere invece.
"Oh." La accettò titubante. "Grazie davvero."
La ragazza sorrise e si allontanò per prendere il suo libercolo rosso da studiare. Fece un cenno con la mano e disse.
"Beh, se qui hai tutto sotto controllo..."
"Certo... certo vai pure." La congedò lui. "Buonanotte."
Si avviò all'uscita e notò una donna compiere il tragitto inverso al suo. Era una donna diversa da quella che aveva visto l'ultima volta: ma quante donne aveva questo Paiolo?
Scosse la testa e non volle pensarci, del resto non erano cose di cui fare una malattia, no? Paiolo era quello che era ma come cuoco non aveva decisamente rivali, era un chimico istintivo e riusciva a combinare elementi anche senza conoscenze di base! La cosa era a dir poco impressionante... e pensare che lei su quei libri, invece, ci aveva trascorso ben 13 anni della sua vita.
Che strada alternativa aveva percorso, dunque Paiolo, per giungere alle sue stesse conoscenze pur non essendone consapevole? Era davvero la presenza di un alchimista in cucina a dare sostegno e base tecnica al cuoco? E l'alchimia era davvero così simile alla chimica?
A scuola le avevano insegnato che non era così, che un alchimista è un bimbo che gioca con acque colorate... ma se la scuola si fosse sempre basata troppo sulla ragione senza mai badare troppo di indagare con la ricerca sul campo? Teorie, tutte teorie e solo teorie! La pratica dov'era?
Forse era per quello che il pollo fritto era riuscito! Ecco! Lei aveva la teoria e Paiolo era la pratica. Lei sapeva in teoria cosa lui faceva, lui sapeva come mettere in pratica le cose che lei teorizzava! Un perfetto sodalizio di complementarità.
Clara non era mai stata complementare di nessuno, né sapeva di poterlo essere o di volerlo diventare. Tutto sommato essere complementare e d'aiuto a Paiolo non le dispiaceva affatto.
Questo glielo pose sotto una luce diversa.

* * *

Ormai mancava poco meno di una settimana all'esame della cucina reale.
Paiolo cercava di accompagnare un intingolo al perfetto pollo fritto ma tutto quello che gli venivano fuori erano creme.
Clara non le trovava male, anzi, incontravano proprio tanto il suo gusto ma forse non erano appropriate a quello del Principe Alfredo che era un uom di guerra e un uom di mondo.
"Non capisco... vorrei qualcosa di fruttato ma mi ritrovo sempre a romper uova alla fine... dove sono finite le mie idee?"
"Prugne, ci vorrebbero delle prugne!" Annuiva Clara.
"Ma a te... va di assaggiare delle prugne?" Le chiedeva sospirando.
"In effetti..." Storceva il muso lei.
"Ecco nemmeno io mi sento dell'umore..."
"Forse dovremmo caramellarle in qualche modo."
"Una prugna è sempre una prugna." Tagliò corto lui. "Oh beh, sediamoci a parlarne davanti a una zuppa!" Le porse un piatto.
Clara lo assaggiò, era delizioso ma...
"Paiolo, anche questo è dolce..."
Il cuoco scosse il capo.
"Vai a casa, Clara... domani... a mente fresca... magari..."
Lei non rispose, si limitò a prendere il suo cappotto e a lasciarlo solo coi suoi pensieri.
Certo era che se quelle strane donnine continuavano a fare il tragitto inverso al suo ogni sera "solo coi suoi pensieri" il caro Paiolo sarebbe rimasto ben poco.
E se fosse stata quella la causa dei problemi?
Dal canto suo, Paiolo, si mise a sistemare le sedie nel ristorante continuando a scuotere la testa e lamentandosi del suo dente dolce appena nato.
"Perché dolce? A me neanche piace il dolce!" Borbottava come una pentola sul fuoco.
"Neanche questo dolce?" Chiese una voce dal fondo del locale.
"No." Rispose senza nemmeno alzare lo sguardo. Non importava chi fosse ma non aveva proprio voglia di una compagnia femminile nel bel mezzo di una crisi culinaria. Ecco, lui, tutto questo non lo aveva previsto! Nella sua prima visione su Clara aveva visto lei col cuore infranto e lui felice e creativo come sempre! Forse avrebbe dovuto sedurla e abbandonarla e avrebbe dovuto farlo per la propria sanità mentale! Avrebbe dovuto prenderla tra le braccia e... e... stava salivando?
Qualcuno lo prese per le spalle ma era decisamente il qualcuno sbagliato!
Proprio quando stava per essere folgorato... proprio quando stava per capire quale fosse la spezia mancante.
"Ma come fa un pover'uomo a restare solo con i suoi pensieri?" Disse, voltandosi a guardare la bella visitatrice.
"Sei di cattivo umore, caro, siedi un attimo che ti faccio un massaggio!" Rispose quella. "Guarda come sei teso."
Okay, si disse, un massaggio si può fare... basta che stia zitta e mi lasci pensare! C'ero quasi... c'ero quasi...
E mentre accigliato e serio, Paiolo, si lasciava fare... Clara realizzò di aver lasciato il libercolo rosso al ristorante e si risolse a tornare indietro, pur consapevole di quello che avrebbe visto.
Fece il suo ingresso sul retro, in punta di piedi, entrò in cucina, prese il libercolo e stava per imboccare nuovamente la porta quando si sentì chiamare per nome.
"No, no, nooo!" Aggiunse poi la voce.
Clara si affacciò nella sala e vide Paiolo scaraventare a terra la bellona di turno.
"Chi è Clara?" Chiese quella.
Il libercolo le cadde dalle mani e i due si voltarono in direzione del suono.
Clara sorrise, imbarazzata e sollevò un dito come per dire: sono io Clara, ma voi state fermi là, comodi...
Fermati tempo! Fammi raccogliere libro e pensieri, che io possa fuggire di qua in maniera decorosa! - si disse.
"Io..."
"Tu?" Inquisì l'altra.
"Ho... dimenticato... questo..." Indicò il libro. "Buonanotte." E si dissolse nell'oscurità.
Paiolo guardò l'altra donna e spallucciò.
"Ti va un caffé? Bello amaro!" Le propose e si avviò in cucina con le mani tra i capelli.

* * *

Clara chiese dei giorni di permesso. Anche se il test era vicino. Anche se Paiolo era nei guai. Clara rimase a casa, col suo libercolo, a studiare.
Ma studiare non faceva.
Trascorse ben due giorni a letto, col libercolo sempre fermo sulla stessa pagina, lo stesso paragrafo, la stessa riga, la stessa parola. Le pagine si erano come trasfigurate, però, e tutte ma proprio tutte dicevano una cosa sola:
Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo, Paiolo!
Fino alla fine del volume.
Ne stava facendo una malattia.
Chissà come se la stava cavando? Chissà se gli era poi venuta voglia di assaggiare prugne? Ci volevano le prugne, indubbiamente! Certo era che a lei ancora non era venuta voglia di assaggiare roba fruttata...
Stare lontana non serviva, stare vicina nemmeno... era un'empasse.
Alla fine del secondo giorno la governante della famiglia presso la quale alloggiava le annunciò una visita. Non si scompose più di tanto. La guardò con aria assente. Quella scambiò il tutto per un silenzio assenso e fece entrare Paiolo nella stanza senza nemmeno troppi complimenti.
L'uomo apparve come una tempesta, con tuoni roboanti nelle parole e lampi negli occhi ma dopo le prime frasi senza senso si accorse che Clara era a letto e lo fissava con aria allampanata.
"Clara." Le disse. "Che vuol dir ciò. Davvero non è il caso di farne una malattia." Vide il libro chiuso. "Ma stai studiando?"
La ragazza lo fissò come se ciò che le stava di fronte fosse una visione.
"Stai bene?" Le chiese poi. Non vide risposta e prese una sedia per accomodarsi accanto al letto di lei.
Dopo qualche istante in silenzio le passò la mano davanti agli occhi.
"Ma se resti così non potrai studiare... non potrai fare niente della tua vita... ti ho fatto io questo? Sono stato io?" Le tolse il libro dalle mani e le sorrise. "Sono un po' bloccato anche io. Mi son stancato di andare avanti con salse alla liquirizia e al caffè. Sono troppo amare, sono amareggiato anche io!"
Clara scrollò le spalle.
"E allora che si fa?"
Lui le passò una mano dietro la nuca e poggiò la fronte su quella di lei.
"Senti, io adesso ti bacio. Se dopo ci vien voglia di salsa alle prugne, bene... altrimenti ci inventiamo qualcosa col cacao!" E dopo aver enunciato le sue intenzioni fece seguire l'azione.
Clara lo fissò mentre alzava gli occhi al cielo, come se fosse stato colto da una folgorazione.
"Prugna caramellata." Meditò. "Ti aspetto tra venti minuti al ristorante!" Si avviò alla porta. "Se non vieni... capirò."
Clara non ci pensò su due volte. Non appena fu uscito corse a prepararsi. La salsa alle prugne caramellate di Paiolo doveva assolutamente assaggiarla! Sarebbe stata ispirata! Sarebbe stata indefinibile! Sarebbe stata esattamente quello che ci voleva in quel momento!
Si infilò il cappotto e corse a perdifiato fino al ristorante dove trovò i cuochi alle prese con una cucina disastrata.
"Ma che diamine gli è preso!" Lamentava il capo linea.
"Non lo so che m'è preso... ma ora so che voglio la cucina in ordine, su!"
Si voltò e vide Clara ritta sulla porta.
"Oh..." Disse. "Beh... vogliamo?"
Lei sorrise, appese il cappotto e corse a infilarsi il grembiule.
"Tu prendi quelle dorate che io penso a quelle nere!" Gli propose.
Paiolo sorrise e scavalcò un paio di tegami per raggiungerla.

* * *

Il giorno dell'esame Clara si presentò nuovamente vestita di bianco.
Rispose a tutte le domande sul test poi uscì di corsa dall'aula consegnando il foglio all'insegnante.
La cucina reale si trovava dall'altra parte della città e forse faceva ancora in tempo a partecipare all'ispezione.
Giunse nel primo pomeriggio e trovò Paiolo in attesa nell'atrio. Gli andò accanto.
"Allora?" Chiese ansiosamente.
"Ci chiameranno uno alla volta per spiegarci i motivi della loro scelta e porre alcune domande." Le spiegò.
"Bene. Andrà tutto bene." Lo rassicurò lo ragazza. L'altro le sorrise.
"Paiolo de Paiolis." Chiamò uno spauracchio dal naso puntuto ritto sull'uscio della cucina reale.
Il cuoco prese la chimica per il polso.
"Vieni. E' anche il tuo lavoro." Se la portò dietro fino davanti agli esaminatori.
Questi posero alcune domande a Paiolo sul tipo di olio usato per la frittura, le spezie, la preparazione della salsa. Uno degli esaminatori, lo spauracchio dal naso puntuto per la precisione, fissava un foglio con il suo monocolo e una smorfia di disgusto sul volto.
Clara riuscì a gettare un occhio sul foglio e lesse: Ilflating!
Quando lo spauracchio si pose in maniera contraria rispetto al resto della commissione, che era molto entusiasta dall'innovazione della ricetta, Clara corrucciò la fronte.
"Non c'è alcun Ilflating! Non c'è proprio il rischio di Ilflating se è questo che teme. La ricetta è di semplice preparazione, basta seguire le istruzioni alla lettera! Nemmeno uno sguattero potrebbe sbagliare."
"I nostri sono cuochi superiori." Rispose lo spauracchio. "Ma l'olio di canna presenta sempre il rischio di Ilflating e noi non possiamo proporre un piatto scadente al Principe Alfredo!"
"Le dico che è chimicamente impossibile per una questione di temperatura degli elementi... le particelle in sospensione non possono surriscaldarsi!"
"Chimicamente?" Sbottò quello.
"La signorina è la mia chimica." Espose con calma Paiolo.
"Una chimica? Non un'alchimista?" Bofonchiò l'altro. "Ma la cucina è alchimia... è magia!"
"Ma lei cosa ne sa? E' un chimico per caso lei?" Si infuriò la ragazza. "Per sua norma e regola tutto è chimica in questo mondo... siamo tutti fatti di particelle e agiamo a seconda di reazioni chimiche! E' la chimica che muove le nostre vite! E Paiolo ha seguito alla lettera tutte le teorie e praticamente non può sbagliare! Istintivamente è il miglior chimico che io conosca e sa mettere in pratica tutte le teorie che possono essere utili alla cucina! I cuochi sono chimici che mettono in pratica la teoria!"
"Ah... sicché tutto è mosso dalla chimica?" L'altro si tamburellò sagacemente l'indice sul mento comprendendo che dietro la difesa estenuante della ragazza doveva esserci ben altro che la semplice ammirazione per il cuoco. "E quindi... anche l'amore è una reazione chimica?" Le chiese.
Clara non si lasciò scomporre più di tanto.
"Lo è." Guardò Paiolo dritto negli occhi. "Ma come le dicevo, mio caro signore... la chimica è teoria e pratica. Quello che voi praticamente chiamate cuore io so teoricamente essere un muscolo... per cui la fonte dei nostri sentimenti risiede sempre nel nostro cervello e nelle numerose ghiandole sparse per il nostro corpo, non nel cuore. In teoria parte tutto da una reazione chimica... ma come noi mettiamo in pratica queste teorie fa la differenza."
Un omone grosso e barbuto scoppiò a ridere a tale risposta e propose di rimandare il giudizio dopo consultazione a porte chiuse. Un giovane prese Clara per mano e le chiese di seguirlo, mentre Paiolo restava seduto al posto suo. Clara lo guardò nuovamente e lo vide sorridere. Si disse che forse aveva rovinato tutto, forse gli aveva rovinato anche la carriera, ma quel giovane la tirò dolcemente per le mani e le sorrise: venga.
Si decise a seguirlo per non complicare ulteriormente la situazione.
"Lei è molto intelligente e coraggiosa." Le confessò il giovane una volta fuori. "La ammiro molto e penso che il suo cuoco sia un uomo fortunato."
"Grazie." Mormorò lei. "Ma non penso che questo lo aiuterà molto."
"Non si preoccupi, la sua è la ricetta migliore che abbiamo assaggiato oggi e l'ultima parola spetta al Principe."
La porta si aprì di lì a poco e Paiolo ne uscì tutto sorridente.
"Andiamo mia cara... pare che il Pollo à la Claire non entrerà a far parte delle cucine reali..." Le porse una mano.
"Oh... è tutta colpa mia!" Si scusò lei.
"No no... il Principe è allergico alle prugne." Le passò un braccio attorno alle spalle. "Ci hanno chiesto di preparare una variante con le mele..."
Clara si illuminò dalla gioia.
"A proposito... come te la cavi con il maiale?" Le chiese poi mentre si avviavano all'uscita.
"Il maiale?" Lo fissò titubante.
"Già, pare sia il prossimo piatto sulla lista delle cucine reali... abbiamo due mesi di tempo per pensarne uno." Le spiegò.
"Oh beh... che ne dici di..."
"Ah!" Le mise un dito sulle labbra. "Domani però... non oggi... oggi mettiamo in pratica un po' di quella teoria di cui parlavi poco fa."
E si presero un meritato giorno di riposo.



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