La settimana scorsa si è tenuta a Roma la seconda Festa dei Pirati.
Non parlo di Sandokan, del Corsaro nero né di nessuno strano figlio di Salgari, parlo dei ragazzi che vivono sul web una vita realissima e liberissima e che sono etichettati come PIRATI - come se essere un pirata del web fosse la cosa più grande del mondo - da chi di web non ne capisce niente.
Al mio arrivo la manifestazione non era ancora iniziata, c'era pochissima gente e quella poca che c'era era assediata dai giornalisti.
E' stata la mia curiosità a spingermi verso questa manifestazione, concordando con molte delle cose che vengono dette dai fondatori del Partito Pirata ed esseno da sempre una fan di Piratebay.
Il primo evento del giorno si chiamava: ma voi lo conoscete davvero il web?
E l'argomento mi interessava non poco... è una vita che sento sparare cavolate in televisione sul web, sul rapporto che i ragazzi hanno col web e facebook e youtube e tutto viene demonizzato come si è sempre fatto per tutte le cose di cui non si capisce molto e che, per questo motivo, ci spaventano: i fumetti, i cartoni animati, i graffiti, gli stranieri...
A un certo punto sono stata placcata da una giornalista del TG2 che mi ha tenuta impegnata per quasi 3 minuti! (di cui sono andati in onda 13 secondi scarsi con me che balbettavo : I pirati informatiCHI). XDD
Non so se la signora ha effettivamente ascoltato bene quello che ho detto, annuiva e sorrideva ma i suoi occhi erano gli stessi che hanno i miei studenti quando spiego loro una cosa e loro stanno già pensando a cosa chiedermi dopo - quando sto già praticamente rispondendo alla loro domanda.
Insomma: Io ho provato a farle capire che il web non è la tv... la tv è censurata il web no... signora se il discorso non fosse stato chiaro mi permetta di ribadire QUI nel mio blog il concetto... perché il web funziona così!
- Alla prima domanda: lei è un pirata?
Stavo per rispondere: no, ho capelli sporchi oggi.... ma se devo essere onesta credo di essere onesta credo di essere un pirata indomabile dall'età di 7 anni - quando, rifiutandomi di vestirmi da fata turchina, mi feci il costume di carnevale da me tagliandomi un paio di jeans: il mio primo costume da pirata. Sì, sono un pirata.
- Cosa sono i pirati?
Molta gente crede che i pirati informatici siano qualcosa di negativo e li associano direttamente agli hacker ma non è così.
La pirateria, la storia ci insegna, nasce spesso a volentieri quando c'è una forma di oppressione e di ingiustizia - e non è voler essere romantica, non è che i pirati fossero santi, per carità ma certa gente bastarda dentro ci diventa - i primi pirati erano persone sfruttate dalla marina militare e mercantile, reclutati in maniera coatta nei pub, non pagati, e che morivano sotto un capitano "per volere di Dio" di malattie terribili: scorbuto, dissenteria, colera, tifo, tumore alla prostata.
Le leggi sul mare non erano mai fatte da persone che conoscevano il mare, per questo i marinai finivano col ribellarsi!
Quando le leggi non sono fatte da persone che capiscono l'argomento di cui stanno trattando, chi capisce meglio e vive quella realtà si ribella e aggira.
- E lei riscontra questa ignoranza?
Io sì. In primis nei genitori che si lamentano del rapporto che hanno i loro figli col web e vorrebbero che QUALCUNO facesse QUALCOSA per customizzare questa nuova baby sitter virtuale.
Ma il web non è la TV è territorio libero, ha le sue leggi, ce le ha, sono le persone stesse che girano sul web a seguirle, si chiama netiquette.
No, io ho sentito genitori lamentarsi del fatto che non potessero avere un controllo sul web... quando sul computer esiste una funzione che si chiama Parental control: basta attivarla e i vostri figli vanno dove dite voi, quando e quanto dite voi. Siate genitori!
La gente pensa che il web si possa dividere per fascia protetta e serale, come la TV - e comunque ditemi perché in fascia protetta ci va Beautiful dove trombano tra di loro in maniera promiscua e quasi incestuosa un giorno sì e l'altro pure!
La gente pensa che il web possa essere la nuova babysitter. A loro fa comodo avere tutto questo tempo in più per loro stessi: parcheggiano i figli davanti al computer e se li levano dai piedi per ore!
Ho sentito io una mamma, in TV, dire a un'intervistatrice che quando sua figlia è al computer lei chiude la porta.
Signora sua figlia quanti anni ha? 13! Non può stare su Facebook, deve essere maggiorenne, lei non lo sa? Mi dispiace la legge non ammette ignoranza: Vi prego introduciamo le multe per quei genitori che permettono ai loro figli minorenni di infrangere la netiquette e il regolamento di un sito - come se non fosse una legge o un contratto per adesione!!!! - e prendono comme scusa l'ignoranza!
Io mi trovo a dover denunciare a facebook e youtube account di ragazzine, nemmeno undicenni, che si mettono nude sul web per manie di protagonismo ed esibizionismo - non che io sia una moralista ma, abbi pazienza, a 12 anni non hai proprio un benemerito niente di sexy da mostrare per una persona sana di mente, ti sbava dietro solo un pedofilo: vuoi questo?
E ovviamente tutto ciò che nel web è manifesto è l'errato messaggio che per anni la televisione italiana, coi suoi programmi diseducativi, ha lanciato ai nostri ragazzi.
E poi non sorprendetevi se i giudici in tribunale vi multano per quattrocentomila euro per mancata educazione sentimentale!
Quando vostro figlio, minorenne, va sul web voi dovete prendere la sedia e mettervi accanto a lui. Glielo dovete spiegare cos'è il web e come lo usa e gli dovete spiegare che fare il Niubbo e il Bimbominkia online dà fastidio a chi sul web ci vive seriamente!
Sfatiamo subito un altro mito: IL WEB é REALE!
Io ho trovato i miei attuali amici sul web.
Io ho trovato lavoro sul web.
Io ho trovato casa sul web.
Io ho trovato libri e giocattoli sul web.
Io ho trovato biglietti per il treno, per l'aereo, per il cinema e per il teatro sul web.
Io correggo i compiti ai miei studenti grazie al web e se non fosse per il web loro farebbero la fine di tutti quegli altri poveri fessi che vedono il professore in orario di ricevimento - se si degna di presentarsi visto l'assenteismo dei docenti universitari italiani - e invece trovano Deda a disposizione 24/7!
Sul web io guardo la tv, leggo fumetti, ascolto musica e guardo film.
- Ha mai fatto niente di illegale?
Tutto quello che io faccio sul web è legalissimo perché non traggo alcun profitto. Non pago e moralmente mi sento di essere più onesta di una casa discrografica o di certi editori che ti chiedono di assumerti il rischio di impresa (facendoti pagare 3mila euro per stampare un libro) e poi ugualmente ti danno solo il 5% sugli incassi.
Il problema fondamentale non è il diritto d'autore ma l'attribuzione.
Il diritto d'autore con gli anni decade, non resta nemmeno agli eredi, talvolta... i diritti di Winnie the pooh, non sono rimasti agli eredi del suo autore, appartengono a Disney, ora, acquisiti per via legali eh, non perché hanno sborsato soldi!
L'importante è attribuire l'opera all'autore e lasciare che, la fama gli porti gli introiti NETTI che merita.
Sul web ci sono tante ciofeghe ma da sole non vanno da nessuna parte. Sul WEB vanno avanti le cose popolari e fighe anche senza sponsorizzasione alcuna. Ci sono cose autoprodotte come Megatokyo... che si autosostengono per MERITO!
Merito è un concetto estraneo alla tradizione cattolica, la tradizione cattolica è abituata a qualcuno che interceda e faccia la grazia e usa le raccomandazioni anche coi santi.
Il merito è un concetto appartenente alla cultura protestante... Calvino parlava di merito!
Tutto questo gran parlare, allora, che si fa sul diritto d'autore il copyright... quando il copyright è territoriale mica tanto internazionale... e tutti sti ambaradan che non servono a molto, laddove c'è un tutela assai più funzionale ed efficace che è quella del Creative Commons non può e non deve sopravvivere sul web dove il territorio non esiste.
Il web è un melting pot.
La cultura deve circolare liberamente, attribuendola all giusta persona.
Vi ricordate cose dicevano nel XIX secolo delle aperture delle biblioteche? Che avrebbero ucciso l'editoria e invece ne hanno incrementato gli introiti. Questo perché gli editori, di allora, seppero adattarsi e collaborare con le biblioteche.
Un discorso del genere si può fare anche adesso, semplicemente l'intermediario, che prende quasi sempre l'80% degli incassi, dando una miseria all'artista - maledette case discografiche XD - dovrebbe diventare più onesto.
Non lo fa? I ragazzi si distribuiscono da soli sul web e prendono il netto sui loro incassi, senza intermediari... è questa libertà di scelta che non va più bene alla gente?
Ma almeno questi nuovi talenti, quando si mettono in vendita sul web, mettono in vendita loro stessi e le loro produzioni e se ne prendono merito e demerito... c'è attribuzione vera!
Mica come nei telefilm italiani dove le frasi di Edison vengono attribuite a Einstein (allora cosa dovrebbe fare Edison, causa?).
E a dimostrazione del fatto che chi fa le leggi sul web non conosce il web....
hanno oscurato the pirate bay.
Avete provato a scrivere su google: come aggirare l'oscuramento di pirate bay?
Avete visto quanti siti vengono su che vi spiegano come cambiare i dns?
Ma fateci il piacere!
Sorry this post will be only in Italian.
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